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Un team di donne per una squadra di uomini

di Elisabetta Ponzone

Il mio compleanno l’ho festeggiato dentro! Tropi si era sbagliato. Credendo fosse un altro giorno si era fatto preparare dal compagno di cella i dolcetti che si è sbaffato il giorno seguente non vedendomi arrivare. Per il VERO compleanno non mi aspettava. Anzi, era anche un po’ incazzato! Credeva l’avessi dimenticato. Comunque aveva la testa per aria. Pensava al teatro.

Ogni settimana Ivana Trettel, regista e drammaturga,  tiene un laboratorio teatrale nel carcere di Milano-Opera con i detenuti. “Opera Liquida – spiega – è una compagnia teatrale con attori reclusi in carcere . Utilizziamo il teatro per indagare temi sociali di attualità dando vita a opere originali”. Ora le prove, a novembre si andrà in scena con “Equilibri circensi”. Il titolo è provvisorio, così come è precario il futuro di questo lavoro se non si trovano fondi.

“Opera liquida, nella sua evidente citazione alla vita liquida, dall’omonima società descritta dal sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman, ha la pretesa di trasformare la “liquidità” da caratteristica faticosa della vita contemporanea, a valore importante.  All’interno di un’istituzione totale come il carcere, dove le mura e i cancelli delineano perfettamente i confini e le barriere, la liquidità di un’opera assume una caratteristica assoluta di libertà. Perché la creatività è duttile, non conosce frontiere né barriere, non si ferma davanti a serrature. Il liquido le attraversa.”

Opera Liquida lavora dal 2008 nella casa di reclusione di Milano-Opera. Tutti gli spettacoli di Ivana trattano temi che obbligano gli attori detenuti a mettersi in gioco, a responsabilizzarsi. Un laboratorio che, negli anni, ha forgiato una squadra a dir poco inimmaginabile. Caratteri duri, difficili, violenti, certo non abituati a stare insieme, a lavorare in gruppo. “Ivana ci ha insegnato – mi dice Tropi – a preoccuparci dell’altro, senza voler emergere a tutti i costi”. Con Ivana le persone detenute hanno imparato ad avere fiducia; hanno imparato a scegliere di seguire le regole per raggiungere un risultato.

Un team di donne per una squadra di uomini. Ivana è supportata da MariaRosa Criniti, attrice e formatrice, e da Elena Mearini, scrittrice e attrice. Con loro anche Caterina Filice, costumista e docente, e Anna Cardani, docente di confezione , che guidano gli studenti della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, la Naba, nella progettazione di scenografia e costumi; mentre Anna Fresko è addetta alle pr.

“Al Carroponte di Senso San Giovanni, lo scorso anno – afferma Ivana –  1.200 persone hanno applaudito il nostro spettacolo, non perché eravamo detenuti, non per strana curiosità, ma perché in scena abbiamo portato uno spettacolo che in sé possedeva la dignità artistica di chi ha lavorato sodo.” I soldi ritrovati dal ministro Severino per il lavoro in carcere sembrerebbero cadere a fagiolo! … peccato che il laboratorio di teatro di Ivana non sia classificato tra i possibili beneficiari.


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