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Oggi, 12 marzo, se io fossi cattolico…

di Pasquale Pugliese

Se fossi cattolico affiderei i cardinali che sono rinchiusi “cum clave”, per eleggere il nuovo papa, a Massimiliano di Tabessa, figlio del legionario romano Fabio Vittore il quale, secondo le leggi del tempo, era tenuto a seguire la carriera del genitore. Il giovane, diventato cristiano rifiutò la strada delle armi e condotto nel Foro, dinanzi al proconsole Dione, fu interrogato circa le ragioni del suo rifiuto e con fermezza rispose: «Non mi è lecito fare il soldato perché sono cristiano». Il 12 marzo del 295 fu portato al martirio, primo obiettore di coscienza al servizio militare che la storia ricordi.

I cardinali di una Chiesa che è punto di riferimento morale diretto e indiretto per miliardi di persone dentro un pianeta in pieno riarmo, nel quale si sprecano in armamenti ogni giorno il doppio del bilancio di un anno delle Nazioni Unite; un pianeta nel quale non si trovano le risorse per assicurare una vita dignitosa a tutti, ma se ne trovano sempre troppe per sistemi d’arma, anche nucleari, capaci di distruggere più volte la vita sulla terra; nel quale paesi come la Grecia – culla della democrazia – vedono la gente finire nella disperazione dell’impoverimento e della fame, ma gli arsenali colmi di spese militari, ancora e sempre crescenti.

I cardinali di una Chiesa che prevede una banca vaticana affidata al presidente dei cantieri navali di Amburgo che producono anche navi da guerra (ma organizza viaggi a Lourdes…); una Chiesa che prevede ancora i cappellani militari, ufficiali e sacerdoti o vescovi, che benedicono armi ed armati nel nome del vangelo; che vede uno di questi, cardinale e generale di corpo d’armata, essere rinchiuso con gli altri “cum clave” e considerato tra i papabili…

Ecco, se io fossi cattolico affiderei oggi – 12 marzo – questi cardinali al martire Massimiliano di Tabessa, obiettore di coscienza al servizio militare, perché cristiano.

Purtroppo non lo sono, ma li affido lo stesso.


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