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SCN: spostare risorse della difesa militare a quella civile

Pasquale Pugliese sul suio blog disarmato rilancia l'appello del Movimento Nonviolento circa il finanziamento del servizio civile

di Redazione

Nei giorni scorsi il ministro Riccardi, dopo l’ennesimo appello della CNESC (la Conferenza nazionale degli Enti di Servizio Civile) e alla presenza di una specifica interrogazione di giovani parlamentari, ha confermato – attraverso il suo capo di gabinetto Mario Morcone in un’intervista rilasciata al quotidiano l’Avvenire – lo stanziamento di 50 milioni per il Servizio Civile Nazionale, annunciato nel giugno scorso. Marcone ricorda che questo budget è formato da 30 milioni recuperati dal fondo di solidarietà per le vittime di mafia, estorsione e usura e altri 20 dal fondo per i progetti per l’imprenditoria giovanile.

Sicuramente, in questo momento di confusione, questa è una buona notizia. Eppure, c’è qualcosa che non torna. Lo ha fatto notare il Movimento Nonviolento, co-promotore con il CNESC dell’Alleanza per il futuro del Servizio Civile,  il quale ricorda che «il Servizio Civile è un istituto finalizzato dalla legge istitutiva a “concorrere, in alternativa al servizio militare, alla difesa della Patria, con mezzi e attività non militari”, cioè si configura a tutti gli effetti come una modalità di difesa civile con pari dignità di quella militare». Ma per la difesa armata, continua il Movimento fondato da Aldo Capitini e Pietro Pinna, «si prevede nei documenti ufficiali del Ministero della Difesa per il 2013 un aumento di spesa del +4,87 %, per un totale di 21 miliardi di euro, che aumenteranno ancora del +2,61 nel 2014 e del +5,32 nel 2015 (senza contare quanto per le spese militari proviene dagli altri ministeri)».

È allora incredibile che, in un Paese la cui democrazia è sotto costante attacco dalle mafie più potenti del Pianeta  e “vanta” la più grave disoccupazione giovanile d’Europa (insieme a Grecia e Spagna) – e per questo viene bacchettata dall’Unione Europea…

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