Solidarietà & Volontariato

La (ipocrita) mozione F35 e i (pericolosi) giochi di parole

di Pasquale Pugliese

L’aspetto positivo è che la mobilitazione, sollecitata da Rete Italiana Disarmo e dalla campagna “taglia le ali alle armi”, ha costretto il Parlamento ad affrontare pubblicamente la spinosa questione degli F35. I partiti di maggioranza ne avrebbero fatto volentieri a meno, nascondendosi dietro a scelte già fatte nel passato. Ma la mozione presentata dall’intergruppo parlamentare per la pace e il disarmo (primo firmatario il deputato Giulio Marcon) chiedeva una chiara scelta di campo: sì o no all’abolizione dell’intero progetto Joint Strike Fighter. La maggioranza dei parlamentari, lasciati liberi in coscienza, avrebbe votato a favore. Ma le lobbies militari, potenti e trasversali, si sono messe all’opera, e in poche ore hanno fatto pressione sui vertici di Pd e Pdl e sugli ambienti governativi, ottenendo il classico risultato nella peggiore tradizione politica: decidere di non decidere.

La mozione di maggiornaza (presentata dai capigruppo Pd, Pdl, Scelta Civica e Centro Democratico) rinvia di 6 mesi la scelta sugli F35. Affida alle commissioni un’indagine conoscitiva e ribadisce l’ovvietà che il governo non potrà decidere nuovi programmi senza un nuovo voto di merito delle Camere.

Il trucco c’è e si vede.

“Quando in Italia non si vuole decidere – ha detto Mao Valpiana, Presidente del Movimento Nonviolento – si forma una nuova commissione per approfondire. L’indagine conoscitiva sui veri costi e i difetti degli F35 l’ha già fatta in questi ultimi quattro anni la Rete Italiana Disarmo, supplendo alle negligenze e alle omertà dei vari governi, e del Ministero della Difesa, che hanno sempre tentato di nascondere cifre e verità. Le schede sugli F35 della campagna “Taglia le ali alle armi” sono a disposizione di chiunque le voglia utilizzare, deputati compresi”.

Ci auguriamo che nei prossimi mesi le commissioni difesa di Camera e Senato facciano il loro lavoro avvalendosi non solo delle consulenze di fonte militare, ma sentendo anche il parere competente della Rete Italiana Disarmo, tramite il suo coordinatore Francesco Vignarca, e la professionalità dei suoi ricercatori.

“I 378 deputati che hanno votato contro la mozione di Sel e M5s che chiedeva l’annullamento dell’acquisto degli F35 – sottolinea Massimiliano Pilati, rappresentante del Movimento Nonviolento in Rete Italiana Disarmo – forse l’hanno fatto in piena ignoranza, non sapendo che i caccibombardieri a capacità nucleare sono di per sé strumenti anticostituzionali”.

“Il nostro paese – aggiunge Pasquale Pugliese, segretario nazionale del Movimento Nonviolento – ‘ospita’ 70 bombe atomiche statunitensi B-61 (20 nella base di Ghedi a Brescia e 50 nella base di Aviano a Pordenone) che si stanno ammodernando, al costo di 10 miliardi di dollari, in testate nucleari adatte al trasporto sui nuovi 90 cacciabombardieri F35, il cui costo di acquisto si attesta sui 14 miliardi di euro, mentre l’intero progetto Joint Strike Fighter supererà i 50 miliardi di euro. Se si fossero documentati leggendo i materiali messi a disposizione gratuitamente dalla Rete Italiana Disarmo, i deputati l’avrebbero saputo e avrebbero potuto dare un voto cosciente ed in coscienza”.

Davanti a scelte così drammatiche, che investono il futuro di tutti noi, autorevoli esponenti politici hanno preferito giocare con le parole. Il capogruppo Pdl Renato Brunetta si è aggrappato agli aggettivi. Il testo approvato chiede “al governo di non procedere con nessun ‘ulteriore’ passo verso l’acquisto di F35”, il che significherebbe aver fatto salvi i passi fatti finora, cioè l’impegno per l’intero progetto Joint Strike Fighter, mentre il capogruppo Pd Roberto Speranza interpreta la lettera dicendo che ci si riferisce solo ai passi fatti per l’acquisto dei tre F35 già pagati…. dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur (mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata…).

Ma c’è di peggio. Il Ministro con l’elemetto, Mario Mauro, fa lo spiritoso con le assonanze: “per amare la pace, bisogna armare la pace”. La logica e l’esperienza storica dicono un’altra cosa. “Se armi la pace, ami la guerra”. Ieri il Ministro aveva detto che gli F35 sono intoccabili, minacciando altrimenti una crisi di governo. Oggi si appella alla comune difesa europea e al ruolo dell’Italia nelle missioni internazionali. Forse non sa che molti partner europei stanno rinviando, ridimensionando o rinunciando al progetto caccia F35.

“Il nostro obiettivo – concludono Valpiana e Pugliese – resta quello della rinuncia totale agli F35 per investire quel denaro in opere di difesa sociale e costruzione della pace. Non è stato sconfitto, ma solo rinviato. La campagna disarmista e nonviolenta prosegue, e si rafforzerà nei prossimi 6 mesi”.

 (comunicato stampa del Movimento Nonviolento)


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