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Sviluppo

Dalle Canarie alle Maldive, ecco come resistere al turismo cannibale

Dopo anni di turismo selvaggio, le Canarie possono trasformarsi nel campione europeo del turismo sostenibile. Ne parliamo con Filippo Addarii di Plusvalue

di Alessio Nisi

Non solo le Canarie. Sono tante le zone in sofferenza a causa degli effetti del turismo di massa, un boccone che le grandi società non si sono lasciate scappare. Le conseguenze? Cementificazione selvaggia e distruzione delle risorse, annullamento delle identità locali a favore di una medietà internazionale. Un approccio predatorio. La scorsa settimana i residenti delle Canarie sono scesi in piazza in 60 mila per chiedere lo stop all’eccesso di turismo sulle isole insostenibile e a beneficio di pochi, che non si ripercuote positivamente sulle isole, espelle i residenti e rende difficile la convivenza. Oltre alle Canarie, sono allo stremo anche altre località da sogno, Puerto Escondido in Messimo, le altre isole indiane, le Maldive. Ma c’è la possibilità per questi spazi di ritrovare una dimensione diversa e di rinascere dopo anni di cementificazione senza scrupoli.

Rispetto al passato, il capitalismo predatorio delle imprese turistiche non “fotte” solo il territorio ma tutti noi, perché c’è il climate change

Filippo Addarii – ceo e cofounder di Plusvalue

Ne abbiamo parlato con Filippo Addarii, ceo e cofounder di Plusvalue insieme a Fiorenza Lipparini. La società sta lavorando, con il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo – Undp e l’Autorità per lo sviluppo dei mercati finanziari delle Maldive, ad un progetto per introdurre il primo protocollo di rendicontazione di sostenibilità (Sustainability reporting framework) nelle isole. Un documento che integrerà le pratiche Esg nelle procedure di reportistica delle società quotate nel Paese. Da qui a giugno la Consob locale pubblicherà il regolamento di sostenibilità: quelle regole che hanno l’obiettivo di allineare gli investimenti privati alla transizione climatica e a favore di uno sviluppo sostenibile del turismo. Dove per sostenibilità non si intende, spiega Addarii, «solo il rispetto dell’ambiente, ma il rispetto degli asset e dei beni, del patrimonio comune su cui si crea la prosperità economica di ciascuno».

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Il progetto che state sviluppando alle Maldive può essere un modello di crescita esportabile?

Va premesso che le Canarie fanno parte della Spagna e che l’Unione Europea detta gli standard per implementarli. Dovrebbero essere le Canarie ad essere di esempio per il resto del mondo.

Perché?

Perché gli standard più alti sono quelli del Green deal, che impone alle aree di turismo di implementare degli standard di sostenibilità. Li hanno presi in considerazione però solo i resort di lusso. Le Canarie, e qui è uno dei nodi, sono state sviluppate per il turismo di massa. L’Italia è già stata protagonista di questi passaggi, con la distruzione di interi territori. Penso alla costa dell’Emilia Romagna, il cui mare è stato sfruttato al massimo. Tornando al Green deal, registro una visione molto alta dell’Ue, medi strumenti e l’incapacità di portarla a terra. Il tema, a scanso di equivoci, è che cos’è la sostenibilità per l’industria del turismo.

Filippo Addarii, ceo e cofounder di Plusvalue

Così, con questi standard, guardare fuori dall’Europa è complicato.

In paesi come le Maldive, che non hanno la maturità politica e di comunità rispetto alla sostenibilità, che ha l’Europa, c’è stato uno sviluppo accelerato modello cinese, uno sviluppo selvaggio voluto dai locali e sfruttato da tutti i brand internazionali. Le Maldive sono il corpo del delitto collettivo, ci sono tutti. E quando parlo di delitto parlo di interi tratti di barriera corallina distrutta per ricavarne la spiaggia.

E le Canarie?

Alla Canarie hanno cementificato tutto. Alla Maldive si può ancora frenare e salvare qualcosa. In Spagna hanno costruito ovunque fosse possibile. È un processo che va avanti da tempo. Sono contesti diversi. Per le Canarie occorre lavorare sul Green deal e adattarlo al turismo di massa, trasformandole in un modello. Facendo sì che un problema diventi un’opportunità. Creando un campione europeo del turismo sostenibile.

Applicando il Green deal.

Sì, ma il Green deal non è stato pensato questo tipo di territori e di industrie. Per questo le Canarie possono diventare un cantiere di esplorazione per i territori simili in Europa e non solo.

In apertura, nella foto di AP-PhotoMiguel-Velasco-AlmendralLaPresse, la protesta a Tenerife. Nel testo la foto di Filippo Addarii è da https://plusvalue.cloud/filippo-addarii/


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