Economia

“Io e la mamma abbiamo deciso di non entrare più nei bar con le slot”

di Marcello Esposito

 

“Io e la mamma abbiamo deciso di non entrare più nei bar dove ci sono le slot”. Questo è quanto mi ha confidato Giovanni (nome di fantasia) dopo che ho presentato i pericoli del gioco d’azzardo legalizzato ad un gruppo di adolescenti della parrocchia di San Donato Milanese. Avevo già notato che, mentre parlavo, lui mi seguiva con particolare attenzione. A volte pecchiamo di presunzione e pensiamo che senza di noi le persone non si accorgano di quello che gli succede intorno. E invece no. Ad ogni incontro che facciamo a scuola, tra la cittadinanza o in una parrocchia ci rendiamo conto che il problema del gioco d’azzardo è sentitissimo. Ci sono quelli che si sono informati e sanno già tutto, ci sono quelli che vogliono sapere cosa si può fare nel concreto e c’è chi come Giovanni e la sua mamma hanno deciso autonomamente di iniziare una loro personale battaglia, non violenta, basata su una forma di disobbedienza civile.

Non so voi, ma a me è sembrato di vedere in Giovanni e la sua mamma il segno tangibile di un’Italia sana, che non si arrenderà mai alla decadenza morale a cui ci vogliono far abituare e di cui la diffusione dell’azzardo nella quotidianità è solo una tessera. Forse, dovremmo dire a Giovanni e alla sua mamma “non vi preoccupate, noi ci batteremo per voi”. Ma non stanno così le cose. Sono loro che vinceranno la battaglia e noi siamo solo il megafono imperfetto della loro coscienza.

Vuoi accedere all'archivio di VITA?

Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.