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Economia & Impresa sociale 

Telefono selvaggio … avrai il mio scalpo

di Marcello Esposito

Anche voi, come me, ricevete ogni giorno telefonate “commerciali”, soprattutto a pranzo e a cena? Siete riusciti a difendervi? Io ho provato ad utilizzare il sito che il Garante della Privacy ha messo a disposizione per segnalare il numero che si vuole “proteggere” dalle incursioni di telefono selvaggio. E i risultati sono stati paradossali. Chi, come me, non è più presente sulle Pagine Bianche deve per ora rassegnarsi. Le persone e le aziende “normali” non riusciranno mai a trovare il nostro numero di casa. In compenso, il nostro numero continuerà ad essere venduto e scambiato sul mercato di telefono selvaggio. La mia ricerca è nata dalla lettera sulla limitazione delle intercettazioni telefoniche, con annessa accusa di “voyeurismo giornalistico”, spedita dal Garante della Privacy, il Dr. Antonello Soro, al Presidente del Consiglio. Devo ammettere che per pigrizia non ho mai provato a cercare su Internet il sito che consente di bloccare le telefonate moleste che si ricevono ad ogni ora del giorno da aziende alla disperata ricerca di nuovi clienti. E dire che ne ricevo tante … solo oggi tre, di cui l’ultima ad ora di cena, con relativa corsa dei bambini a recuperare il telefono che squillava per sincerarsi che non fosse successo qualcosa ad un parente che sfortunatamente in questo periodo non sta tanto bene. Ma la vicenda Soro ha sollevato un polverone e quindi, ispirato dalla rubrica “Oltre il Giardino” di Alberto Statera su Affari&Finanza (l’inserto del lunedì di La Repubblica, 13 aprile 2015), ho provato ad usare gli strumenti che il Garante dovrebbe avermi messo a disposizione per difendere la mia privacy. Armato delle migliori intenzioni, ho provato quindi ad iscrivermi al Registro Pubblico delle Opposizioni (? un pò di marketing non farebbe male al Garante della Privacy per studiare un nome un pò più “parlante” ?) per inserire il mio numero telefonico “fisso” nell’elenco dei numeri “off-limits” per il marketing telefonico. Il Registro è stato istituito tramite il decreto presidenziale 178/2010, è attivo da circa un anno ed è gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni. Il Registro ha un proprio sito su Internet, che è piuttosto semplice da navigare e consente di fare tutto online. Bisogna compilare un modulo in formato elettronico con informazioni minimali tra cui ovviamente il numero telefonico fisso che si vuole “proteggere”. L’ho fatto e ho inserito il mio numero di casa, che è un vecchio numero Telecom portato su Fastweb. Schiaccio ENTER al termine del modulo ed ecco cosa mi appare:

Per chi non riuscisse a vedere la scritta evidenziata in rosso al centro dello screenshot, si legge: “Non è possibile procedere con l’operazione richiesta in quanto la numerazione non risulta presente negli elenchi pubblici aggiornati: si ricorda che il servizio è riservato agli abbonati che hanno dato il consenso all’inserimento della propria utenza telefonica negli elenchi pubblici“.

Alcune considerazioni. In primo luogo, non mi ricordo proprio, nel momento in cui sono passato al nuovo operatore di telefonia quasi 10 anni fa, di aver dato o negato il consenso all’inserimento del mio numero negli elenchi pubblici. Ma questo, a parte denotare la mia scarsa attenzione quando firmo i contratti di servizio, è un dettaglio assolutamente insignificante rispetto alla sostanza. Per quale motivo, infatti, chi non ha dato il consenso all’inserimento della propria numerazione nelle Pagine Bianche non dovrebbe essere tutelato dal Garante della Privacy? Se volessi polemizzare, sarei quasi tentato di dire che chi non ha dato il proprio consenso forse sta manifestando una richiesta di privacy ancora maggiore.


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