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Economia & Impresa sociale 

Matteo, siamo sicuri che non è macelleria sociale?

di Marcello Esposito

Il governo di Matteo o è affetto da gravi problemi nella comunicazione o bisogna preoccuparsi per la deriva che sta prendendo nell’ambito del Welfare. Mi riferisco alla riforma della Sanità che potrebbe nascondersi dietro la Spending Review del Commissario di Palazzo Chigi, Yoram Gutgeld. Bisogna ovviamente aspettare i decreti attuativi, ma non é tranquillizzante che il ministro Lorenzin oggi abbia dichiarato implicitamente che le donne in dolce attesa facciano molte visite inutili, dimenticando che l’età media delle madri si è drammaticamente alzata negli ultimi 20 anni. Così come sembra aver trascurato che l’innalzamento dell’età media degli italiani e i progressi della medicina porteranno inevitabilmente (e per fortuna!!!) ad un aumento della spesa sanitaria. Queste cose vanno spiegate ai cittadini italiani,non devono essere nascoste sotto il polverone delle siringhe o della carta igienica che costa x a Cuneo e y a Canicattì. Tagliare le visite specialistiche e la diagnostica per i casi che a Palazzo Chigi si considerano non gravi ha come effetto quello di sminuire l’importanza della medicina preventiva che è alla base del successo del sistema sanitario nazionale, una delle poche eccellenze che l’Italia può vantare nel mondo. Inoltre, se viene fatta passare come spending review e non viene inquadrata in una riforma complessiva, si dimostra una manovra assolutamente regressiva poichè penalizza i più poveri, i più fragili e la classe media. Tra l’altro, si interviene in maniera disordinata su situazioni dove già adesso è difficile ottenere celermente prestazioni o esami specialistici. Anche per patologie gravissime, i tempi di attesa ad esempio di una TAC a Milano, dove le macchine diagnostiche sono attive anche di notte, sono già oggi lunghissimi con il SSN. Bisognerebbe accorciare i tempi di attesa, investire su nuovi macchinari diagnostici e non scoraggiare la prevenzione e le diagnosi precoci facendo pagare 800 euro peruna TAC. Per non parlare poi dei ricoveri ospedalieri dove forse sono solo i parenti della Ministra che godono di giorni di extra-degenza. Sono anni che ti sbattono fuori dalle corsie dopo uno-due giorni dall’intervento con una bella bomba di anti-dolorifici per coprirti altre 24 ore.

Non che il sistema sanitario sia perfetto così e che non ci siano sprechi. Personalmente ritengo anche che un contributo specifico per certi tipi di servizi, rigorosamente basato sul reddito, sia da perseguire, congiuntamente allo sviluppo di forme private e/o aziendali di assicurazione sanitaria. Ma tutto questo va sviluppato in maniera organica, all’interno di una riforma tasparente e condivisa, non inoculato attraverso una operazione ragionieristica e opaca come una spending review.


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