Economia & Impresa sociale 

Cannabis, quanta confusione

di Marcello Esposito

Quando si parla di cannabis, il dubbio che spesso viene è che le persone non sappiano letteralmente nulla di ciò che è, al giorno d’oggi, il mondo delle droghe un tempo definite “leggere”. I più ignoranti sono in genere i cinquantenni e sessantenni che hanno fumato qualche spinello in gioventù e, tra sguardi maliziosetti e strizzatine d’occhio, fanno intendere di saperla lunga in materia. In realtà, tra la marijuana che fumava Pannella 40 anni fa e quella che si fuma oggi esiste la stessa differenza che c’è tra un telefono a gettoni e uno smartphone.

Se ne sono accorti anche quelli della nuova rivista “Il Test” che hanno condotto un’analisi sulla cannabis attualmente in circolazione e hanno lanciato l’allarme. Hanno riscontrato una presenza di principio psicoattivo, il THC, in percentuali molto superiori a quelle che si aspettavano (10% vs 2%, cioè 5 volte di più). Attenzione quindi, queste percentuali provano che la cannabis assomiglia più ad una droga pesante che leggera. In realtà la cosa è nota da tempo, non da oggi o da ieri.

Nel grafico sottostante si riporta l’andamento della “potenza” della cannabis, osservata nei sequestri effettuati negli USA dal 1975 al 2008. Si può notare come si passi da una potenza dell’1% quando gli spinelli li fumavano gli attuali sessantenni ad una del 10% già nel 2008.

I sostenitori della liberalizzazione della cannabis, interpellati dagli autori dell’inchiesta, hanno ribadito il valore della loro proposta. “L’unica soluzione per togliere la marijuana dalle mani del mercato nero e per evitarne il consumo da parte dei minori è la sua legalizzazione.. Offrire insomma garanzie sulla qualità di ciò che si consuma”, sostengono i senatori Manconi e Della Vedova (vedi qui, dove c’è anche videointervista a Saviano). Come se esistesse una marijuana D.O.C.! Peccato che la qualità della cannabis è costituita proprio dalla sua “potenza”. Anche nel campo delle droghe è avvenuto un progresso tecnologico . D’altro canto l’industria, legale o illegale che sia, ha un unico obiettivo: “fidelizzare” i clienti, spingerli ad aumentare i consumi. Nel caso delle droghe “leggere” questo risultato si ottiene aumentando sensibilmente gli effetti della cannabis che generano crescenti dipendenze. Laddove La produzione è legalizzata, esistono limiti alla potenza della cannabis ? In Colorado, lo Stato americano dove nel 2014 per prima è stata legalizzata, la “potenza” media della marijuana venduta è impressionante : 17%. Ci sono inoltre dei composti sotto forma di alimenti(tortine, dolcetti, barrette…) con potenze enormemente superiori all’erba. Vengono venduti in confezioni separate e “leggere”, con tutte le loro belle etichette sul consumo responsabile. Ma chi può controllare quante ne consumerà un cliente che ha sviluppato “addiction”?

PS Per favore, non scrivetemi citando il caso di altre sostanze pericolose che sono vendute in farmacia per scopi terapeutici o delle sigarette. Il fatto che ci siano tante cose che fanno male alla salute, non vuol dire che possiamo allegramente aggiungerne un’altra in più e magari cavarci un po’ di soldi per l’Erario.


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