Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Welfare & Lavoro

Imprenditori sociali nella terra di mezzo

di Flaviano Zandonai

Ancora interventi sui nobel dell’economia. E’ la volta di Enzo Rullani su first draft (meglio scaricarsi lo short paper, il post non rende). Secondo Rullani è stato un premio dato alla governance: quella dei beni comuni (dall’acqua alla conoscenza dove il livello di escludibilità dal consumo è, o dovrebbe essere, molto basso) e quella che si sviluppa al di fuori dei “confini organizzativi” dell’impresa e riguarda quindi le reti. Tutto ciò disegna una sorta di “terra di mezzo” tra lo stato e il mercato. Ma chi la popola? O meglio chi contribuisce, con attività, iniziative, progetti, a costruire questo territorio di relazioni sociali ed economiche che manda fuori sincrono il pendolo stato-mercato? Una risposta la fornisce Elinor Ostrom, uno dei premi nobel, che in un articolo pubblicato da Il Sole24Ore di qualche giorno fa (ma anche in questo caso c’è una versione estesa migliore) parla di “imprenditore pubblico locale” o, si direbbe qui, “imprenditore sociale” (che suona anche meglio). Individuato l’attore si apre un campo molto vasto di analisi per disegnare il suo identikit: chi è, come agisce, con quali competenze, strumenti, risorse, ecc. C’è una buona produzione sugli imprenditori sociali “istituzionali”, quelli cioè che lavorano in organizzazioni di impresa sociale vere e proprie (manager di cooperative sociali ad esempio). E in effetti i risultati mostrano un investimento considerevole, più che sulla gestione, sulla costruzione di reti su cui innestare processi di produzione di beni comuni (inclusione, sicurezza, coesione). La prospettiva però potrebbe essere di molto allargata, come dimostra peraltro l’utilizzo sempre più disinvolto del titolo “social entrepreneur” in ambito internazionale (e che qualcuno considera addirittura come un “nuovo eroe“). Derive a parte, o forse proprio per questo, aprire uno spazio di conoscenza su questo fronte aiuterebbe a conoscere meglio questo territorio, traendolo da una posizione “di mezzo” che sta sempre più stretta.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA