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Welfare & Lavoro

La diversità che sgama l’impresa sociale

di Flaviano Zandonai

Apertura e diversità. Sono i tratti caratteristici dell’impresa sociale e forse anche di ogni organizzazione che riconosce in una pluralità di stakeholder la chiave del successo sia in termini di efficienza che di legittimazione. Questi princìpi vengono di solito posti a fondamento valoriale e si riscontrano sempre più anche nei sistemi normativi che regolano la governance, certificano i processi produttivi, rendicontano i risultati. Ma per l’impresa sociale – il soggetto più orientato in tal senso – non basta. Apertura e diversità dovrebbero sempre più rinvenirsi nelle scelte di sviluppo e di investimento.

Attrarre e combinare una pluralità di apporti rappresenta infatti l'ingrediente base dell’innovazione – non a caso sempre più definita in chiave “open” – però i benefici di questa opzione strategica si possono riscontrare anche in altre fasi “hard” della vita organizzativa:

  • la capacità di focalizzare le sfide sociali da affrontare (senza per forza adeguarsi a quelle preconfezionate da finanziatori e think tank);
  • la possibilità di mitigare il rischio nell’accesso alle risorse (in particolare se si tratta di operazioni di tipo venture);
  • la propensione al cambiamento degli assetti organizzativi (sfidando la complessità);
  • la gestione della comunicazione non unidirezionale ma orientata al dialogo e all’ingaggio;
  • l'elaborazione di modelli di crescita non solo adattativi ma proattivi rispetto ai contesti.

Verificare se tutto questo funziona è la sfida dell’open camp sull’impresa sociale organizzato da Opes Fund e dal Gruppo cooperativo Cgm e che si terrà dal 22 al 25 giugno tra Napoli e Salerno. Un evento esso stesso “biodiverso” in termini di esperienze, pubblico, modalità di facilitazione dei numerosi workshop che si svolgeranno al suo interno. Perché diversità e apertura se non sono prese sul serio come motore dello sviluppo prima o poi “sgamano” chi ne fa solo valori da sbandierare riducendoli a retorica, oppure un semplice adeguamento normativo che appasisce il loro potenziale trasformativo oppure ancora un maquillage per coprire il business as usual.

Scegliete voi cos’è peggio. Sapendo che, al fondo, c’è una questione così evidente da essere spesso evitata anche nelle organizzazioni sociali: il cambiamento delle dinamiche di potere. L'open camp si focalizzerà su un particolare elemento di diversità cioè quello di genere. Ho l'impressione che, in tal senso, ne vedremo delle belle.


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