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Politica & Istituzioni

I superpoteri dell’Inps

di Franco Bomprezzi

Le nuove esternazioni di Antonio Mastrapasqua, rilasciate al Corriere della Sera di oggi, mi hanno colpito come una folgorazione: ecco chi decide, davvero, in Italia, sulla sorte delle persone con disabilità. Non il Parlamento, non i partiti, non il Governo, non il ministro del welfare o almeno il ministro della Salute. No, decide l’Inps. L’istituto chiamato dal Paese a tradurre in denaro sonante e immediato il concetto di riduzione della spesa sociale. Mastrapasqua parla con una decisione assai maggiore di Cecilia Guerra, sottosegretario al welfare, o perfino del ministro Elsa Fornero durante l’incontro con Fish e Fand, le principali organizzazioni di tutela delle persone con disabilità.

Mastrapasqua afferma nientemeno: “alle associazioni e ai singoli cittadini che lamentano criteri troppo rigidi da parte dei medici Inps, il presidente replica che «è giusto fare questi controlli in modo da poter concentrare le poche risorse a disposizione su chi ne ha davvero bisogno. Non dimentichiamo che si parla di appena 267 euro al mese per i pensionati d’invalidità, oltretutto subordinati a bassi requisiti di reddito, e di 492 euro al mese per l’indennità di accompagnamento»”. Il compito dell’Inps è di fornire prestazioni previdenziali a chi ne ha diritto. Il bisogno è un concetto completamente diverso. Se cominciamo a parlare apertamente di “bisogni” invece che di “diritti” usciamo clamorosamente da un sentiero tracciato faticosamente negli anni, in maniera totalmente condivisa dalle forze parlamentari italiane. Mastrapasqua è o dovrebbe essere un esecutore, non un plenipotenziario.

Altra affermazione di enorme gravità: «Per carità, non mi sognerei di togliere alcun beneficio a chi ne ha diritto – dice Mastrapasqua a Marro – ma osservo che tra il 34% e il 73% il più delle volte l’invalidità viene concessa senza neppure una visita dell’Asl, ma dietro semplice presentazione di documentazione sanitaria. Ecco credo che tutte le prestazioni vadano razionalizzate e le risorse concentrate secondo i bisogni. In alcuni Paesi, per esempio, le prestazioni non sono in cifra fissa ma variano in base alle patologie e accanto alle prestazioni economiche sono garantiti anche i servizi alla persona». Ecco il Mastrapasqua legislatore, come confermano le circolari interne, neppure pubblicate sul sito dell’Inps, come nota acutamente Carlo Giacobini su Superando: “Quanto alle variazioni di percentuale di invalidità riscontrate, esse sono anche attribuibili ai criteri che l’INPS ha – in piena libertà – adottato per le valutazioni dell’invalidità. L’Istituto, infatti, con la Comunicazione del 20 settembre 2010 (interna e non diffusa nel sito ufficiale), inviata dal Direttore Generale ai tutti i Dirigenti regionali INPS, aveva emanato le Linee Guida operative in invalidità civile che avevano fornito anche indicazioni relative ai requisiti sanitari per la concessione dell’indennità di accompagnamento, più restrittive rispetto a quanto stabilito dal Legislatore. Con un atto amministrativo interno dell’Istituto si era dunque superata una norma dello Stato, senza che nessuno avesse avuto nulla da ridire. In pratica si è cambiata la “taratura della bilancia” con la quale erano state pesate in precedenza le persone, scoprendo – guarda un po’ – un calo ponderale”.

Ma il presidente dell’Inps fa di più. Riporto un passo decisivo del pezzo del Corriere della Sera: “Il risparmio previsto sulle 34.752 revoche già decise può essere stimato in 180 milioni di euro, dice l’Inps. Una goccia rispetto ai circa 16 miliardi di euro di spesa complessiva annua per quasi 3 milioni di invalidi civili, ma l’importante, dice il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua, è che si migliori di anno in anno il funzionamento di un sistema che fino a pochi anni fa era abbandonato a se stesso, senza alcun freno agli sprechi. «Voglio subito dire che qui non stiamo parlando di falsi invalidi, cioè di persone che hanno truffato lo Stato. Ma di controlli sanitari sull’evoluzione di patologie che possono migliorare in seguito, riducendo così il grado di invalidità e le prestazioni connesse», dice Mastrapasqua.

Evoluzione di patologie che possono migliorare in seguito? Ma Mastrapasqua a questo punto pensa di poter entrare nel merito delle certificazioni mediche, della diagnosi, ben sapendo che il suo punto di vista è quello di chi poi dovrà erogare dei soldi e delle prestazioni? Che fiducia potrà mai avere il cittadino nel momento in cui a giudicare del suo stato di salute è chiamato l’ente che farà di tutto per riconoscergli la cifra minore possibile? E infatti il sessanta per cento dei ricorsi vede regolarmente l’Inps soccombere, ma questo è un dato che viene signorilmente trascurato.

Sullo sfondo resta il destino di centinaia di migliaia di famiglie italiane che in questi due anni hanno vissuto con ansia, con angoscia, lo stillicidio dei controlli, delle sospensioni delle pensioni e delle indennità, della richiesta arcigna e continua di montagne di certificazioni cartacee, di documenti vecchi e nuovi, di visite anche per persone che a meno di un miracolo non potranno mai riacquistare la mobilità, la vista, o l’udito, o le capacità intellettive. Lo abbiamo testimoniato ovunque, lo sappiamo benissimo. Ma i superpoteri, fino a prova contraria, sono concentrati nelle mani di questo tecnocrate superpagato e presente in decine di consigli di amministrazione, a partire da quello di Equitalia, come ha scritto acutamente un altro giornalista del Corriere, Sergio Rizzo. Che strana coincidenza.


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