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Politica & Istituzioni

Salvare il salvabile…

di Franco Bomprezzi

Poche ma sentite parole mentre le notizie romane annunciano una possibile crisi di governo, nel caos politico più totale e imbarazzante. Provo a ragionare a voce alta. Nessuno si è appassionato, specie negli ultimi mesi, alle sorti del governo Monti. Poco tecnico e molto politico. L’equità è rimasta una chimera, i sacrifici no. Ma ci sono molte questioni che ci stanno a cuore, lo abbiamo visto e scritto e raccontato ovunque. E una cosa è certa: i tempi della crisi, e poi le elezioni, e poi l’incognita del nuovo, cambiano nuovamente i termini della situazione.

In pratica da adesso fino alla prossima primavera inoltrata gli unici interlocutori politici che possono assumersi responsabilità dirette, anche per quanto riguarda i temi del welfare e dei diritti di cittadinanza, sono e saranno i sindaci, gli assessori e i consiglieri comunali, oltre alle Regioni non toccate dallo sfacelo. E’ facile immaginare che nessuno degli argomenti più rilevanti e urgenti avrà un luogo di confronto serio e concreto. Anzi, l’obiettivo a breve termine, per le associazioni, per le forze sociali, sarà quello di limitare i danni, di salvare il salvabile, di evitare ulteriori batoste dettate dall’irresponsabilità politica generale.

Gli unici interlocutori saranno dunque i burocrati, i responsabili dei ministeri, i funzionari, giù giù fino agli impiegati in prima linea. E’ prevedibile una sensazione crescente di smarrimento, e di ulteriore allontanamento dalla politica. Una sfiducia che si tradurrà in angoscia in molte famiglie, o in rabbia crescente, con la conseguente intolleranza, esasperata dalla Rete, che in qualche modo risulta l’ultimo sfogatoio possibile.

E’ per questo che mai come adesso occorre al contrario una sorta di testimonianza civile, di militanza sociale attiva e positiva. Non posso credere che questo Paese sia sull’orlo del baratro, come ha appena dichiarato Silvio Berlusconi, colui cioè che in buona misura su quell’orlo ci ha portati, e che forse ora si rende conto che sta parlando del proprio baratro personale e politico.

Le tante persone per bene, che ogni giorno si sforzano di fornire servizi, di ascoltare i bisogni reali delle persone, della parte più debole del Paese, sono certo che non verranno meno al loro impegno. E anche questi spazi, liberi e mai condizionati, di discussione e di testimonianza, possono e devono aiutarci a sopravvivere, traghettandoci nel futuro.

Ce la faremo anche questa volta, nonostante tutto.


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