Politica & Istituzioni

Il favoloso mondo di Zerbolò

di Franco Bomprezzi

Non volevo crederci. Ho pensato all’inizio a una errata trascrizione di battute in libera uscita, da parte di un sindaco e di un assessore. E allora sono andato a riascoltarmi il servizio messo in onda mercoledì sera dal Tg regionale della Lombardia. Vi consiglio di farlo anche voi, a questo link, a partire dal minuto 14’43” . Potrete così entrare nel favoloso mondo di Zerbolò, un comune in provincia di Pavia, meno di duemila anime. Hanno aperto una sezione di scuola materna comunale, che si aggiunge a quella statale. Tutto bene, peccato che nel regolamento della nuova struttura comunale, per fare economia, si ammettano solo bimbi in grado di pisciare da soli. Non ci volete credere? E’ vero. Il regolamento dice testualmente: «sono ammessi a frequentare esclusivamente bambini autosufficienti in tutte le loro funzioni fisiologiche». Quindi niente bambini non autosufficienti, ossia bimbi con disabilità. E’ incostituzionale, direte voi. Certo, ma questo forse è un dettaglio.

Quello che colpisce, nella vicenda, è il tono del sindaco Renato Fiocchi, e forse ancor più dell’assessora Alessandra Carnevale (?) Bonino. Il quotidiano “la provincia Pavese” riporta alla lettera: “l’assessore comunale all’attuazione del programma dice: «I bambini portatori di handicap sono molto spesso completamente autosufficienti dal punto di vista fisiologico, anzi: vanno al bagno e mangiano più degli altri». E il sindaco invece aggiunge che «dobbiamo difendere la sezione comunale, anche dai portatori di handicap»”.

Non fate i facili moralisti, siete i soliti sepolcri imbiancati. In fondo che cosa c’è di male? A Zerbolò nascono tutti sani e con una vescica a prova di bomba, pura razza padana, di derivazione celtica. Quindi non siamo in presenza di una discriminazione, dal momento che qui, grazie alla selezione naturale, non ci sono problemi di deterioramento della specie, e se per caso qualche bambino nasce un po’ “portatore di handicap” ci pensa lo Stato, tanto paga Pantalone, con le nostre tasse, mantenendo in vita la scuola statale, dove si toglie spazio ai bambini sani, perché, come spiega l’ineffabile sindaco: “La sezione statale ha 30 bambini: se ne entra uno handicappato e diventano 28, ne entra un altro e diventano 26, ne entra un terzo e diventano 24. E così si ricrea la lista d’attesa che abbiamo eliminato”.

Il grande Ligabue canterebbe a squarciagola: “A che ora è la fine del mondo?” .


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