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Londra 2012, il fallimento Rojo

di Roberto Brambilla

La caduta che non ti aspetti. Al torneo di calcio delle Olimpiadi di Londra la Spagna, una delle favorite per il podio, è stata eliminata. Due partite, zero punti e zero gol fatti. Un flop che lascia tutti a bocca aperta soprattutto se si guarda le rosa della squadra allenata dall’ex Real Madrid e Barcellona Luis Milla.

Non qualche carneade pescato dalle riserve di anonimi club di Segunda Division, neppure qualche giovane che gioca scampoli di partita , facendo da comprimario ai big della Liga, ma Under 23 che sono titolari e protagonisti sui campi europei. Come David De Gea, il portiere ex Atletico Madrid, ora erede al Manchester United di Edwin Van der Sar. Come Iker Munain, il “Messi di Bilbao” che quest’anno con i baschi è arrivato, da protagonista, all’ultimo atto dell’Europa League o come il capitano Javi Martinez, colonna dell’Athletic di Marcelo Bielsa o come Jordi Alba, neoterzino del Barcellona.

Ma cosa è successo? Se lo stanno domandando un po’ tutti, da Angel Maria Villar, presidente della Federcalcio spagnola all’allenatore Luis Milla, passando per i giocatori, molti dei quali solo un anno fa avevano vinto il titolo europeo Under 21. Forse le risposte vanno cercate, non nei piedi sopraffini e nella visione di gioco eccelsa della piccola Roja, ma nella testa dei piccoli Iniesta. Un grande allenatore e motivatore italo-argentino, Julio Velasco avrebbe riassunto i motivi della sconfitta con una frase. “Mancano gli occhi della tigre”.


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