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Black power

di Roberto Brambilla

Un oro che segna un’epoca. Non solo perchè è il primo. Sul bacino dell’Eton Dorney Lake il Sudafrica ha conquistato giovedì il primo titolo olimpico della sua storia nel canottaggio. Una vittoria arrivata nel quattro senza pesi leggeri dopo aver preceduto l’equipaggio della Gran Bretagna e della Danimarca. Un oro, quello di Londra 2012 che ha il volto di James Thompson, Matthew Brittain, John Smith ma soprattutto quello di Sizwe Ndlovu.

Trentadue anni, capovoga, ma soprattutto nero. L’unico di tutti gli equipaggi della Rainbow Nation. Lui è nato a Johannesburg ma è cresciuto nel KwaZulu-Natal, la provincia più orientale del paese, terra di cricket, calcio e rugby ma non di canottaggio. Perchè remare, come ha spiegato Ndlovu, costa tanto tempo. E tanti soldi. Lui in barca ci è salito a 17 anni, a scuola. “Ero bravo in altri sport, ma adoravo il canottaggio”.

E in tre lustri è arrivato alla finale olimpica, grazie in particolare all’aiuto della Federazione sudafricana .Che ha permesso a questo 32enne, studente (in aspettativa) di scienze dello sport, di percorrere le orme di Josia Thugwane, primo nero sudafricano a vincere un oro olimpico ad Atlanta 96. E di Errol Tobias, Avril e Chester Williams primi tre non bianchi a giocare con gli Springbok, la nazionale sudafricana di rugby.


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