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Pickles, il cane che trovò la Coppa

di Roberto Brambilla

Il cane che salvò la Coppa. Venti marzo 1966, Londra, quattro mesi dall’avvio dell’ottavo Mondiale di calcio della storia. Al primo piano della Central Hall Westminster, un tempio metodista, è custodita la Coppa Jules Rimet, appena consegnata dai detentori del Brasile. Molta gente accorsa per una mostra di stampe d’epoca e molta sicurezza, ma il trofeo sparisce, “La nostra sicurezza non ha sbagliato, semplicemente hanno rubato la Coppa”, dichiarò con semplicità uno degli addetti alla sicurezza. Panico e un po’ d’imbarazzo.

Un paio di giorni dopo arriva una richiesta, 15mila sterline per la Coppa Rimet. I poliziotti organizzano l’incontro ma la refurtiva non si recupera e neppure il colpevole, visto che la persona che si presenta si scopre essere solo un intermediario. A cacciare tutti fuori dai guai ci pensa il 27 marzo Pickles, un cane meticcio. Lui e il suo padrone, David Corbett, stanno facendo la solita passeggiata mattutina a Beulah Hill, South Nordwood, nella parte meridionale della capitale inglese e l’animale trova il trofeo, alto 36 cm avvolto in carta di giornale i piedi di una siepe. Chi ha rubato la Coppa non si saprà mai.

Il signor Corbett e il simpatico Collie ci guadagnarono qualche soldo (6mila sterline di ricompensa), qualche onore (il cane fu invitato al banchetto di premiazione dopo la finale mondiale vinta dall’Inghilterra e partecipò a un film) e una serie di sfortune. Pickles morì nel 1967, inseguendo un gatto. Il suo padrone lo seppellì nel suo giardino di casa. Edward Bletchley, la persona arrestata con l’accusa di essere il labro, morì nel 1969 per un’enfisema polmonare.

David Corbett è ancora vivo e si gode il suo warholiano quarto d’ora di celebrità che arriva puntuale ogni quattro anni, ogniqualvolta un giornalista si ricorda di una passeggiata domenicale molto particolare.


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