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Fuga per la vittoria

di Roberto Brambilla

Eroi, ambasciatori, semplicemente l’Onze de la Independance. Aprile 1958, cinquantacinque anni fa. Mentre la Francia è in subbuglio per l’instabilità politica e per la guerra d’Algeria un gruppo di dodici giocatori professionisti di calcio decidono di scrivere la Storia. Scappando. Giocano in Ligue 1 e hanno un denominatore comune. Sono francesi, qualcuno di loro come Mohamed Zitouni e Rachid Mekhloufi gioca pure in Nazionale, ma sono nati in Algeria.

I vertici del Fronte di Liberazione nazionale, l’organizzazione che guida la lotta per l’indipendenza algerino, ha deciso di fare di loro l’ambasciatore della causa in giro per il mondo. E hanno deciso di far partire il 9 aprile, nel pieno del campionato francese e a due mesi dalla disputa del mondiale di Svezia, un piano per far scappare alcuni giocatori dei club della Ligue 1, reclutati da Mohamed Boumezrag, presidente della sezione algerina della FFF, la Federazione francese di calcio. Lui li contatta, ci parla, ne convince qualcuno, dando loro anche delle garanzie per il periodo successivo alla fuga. Viene fissato il ritrovo per i fuggiaschi, prima tutti a Roma, poi a Tunisi, dove il fronte di Liberazione Nazionale ha la sua sede e dove il presidente della neonata Repubblica tunisina Habib Bourguiba è un grande sostenitore della causa algerina.

Nella notte tra il 13 e il 14 aprile i dodici lasciano i ritiri delle loro squadre e della Nazionale francese che il 16 gioca un’amichevole contro la Svizzera. Si dividono in due gruppi, uno in treno l’altro in auto. Ce la fanno tutti, meno due. L’attaccante del Reims Mohamed Maouche fermato alla frontiera franco-svizzera e Hassen Chabrì, arrestato al confine tra Italia e Francia. E’ lui, quello che rischia di più, l’accusano di voler portare in Italia soldi e armi per l’attività dell’Fln, lo imprigionano a Marsiglia e lo processano per “attentato alla sicurezza dello Stato”, Gli altri ce la fanno. E ricompaiono in Tunisia davanti alla stampa, al presidente tunisino e Ferhat Abbas, capo del governo provvisorio della Repubblica algerina.

La Francia calcistica è sotto choc, le società dei fuggiaschi rescindono i loro contratti, ma intanto l’Onze de la Independence è nata. E dopo un mese di allenamento debutta. E’ una vittoria, contro il Marocco. Nei successivi 5 anni la squadra dell’Fln giocherà 58 partite “ufficiali” in giro per il mondo. Europa dell’Est, Paesi arabi, Asia. Quarantaquattro vittorie, dieci pareggi e 4 sconfitte. Tra successi di prestigio (un 6-1 a Belgrado contro la Yugoslavia) e mille difficoltà logistiche e politiche. La Fifa rifiuta l’affiliazione della squadra del FLN e minaccia sanzioni per qualunque federazione giochi contro l’Onze de la Independance.

Ma la battaglia dei ragazzi maghrebini, diventati più di trenta durante la tournèe, termina nel 1963, quando nasce la Nazionale algerina. Il loro paese è indipendente dal tre luglio dell’anno prima, dopo gli accordi di Evian della primavera. Nel giugno 1962 è caduta anche la squalifica per i giocatori algerini che nel 1958 avevano abbandonato i loro club. In Francia ritorneranno solo in 13. Tra cui Rachid Mekhloufi la stella della squadra che tra il 1962 e il 1968 vestirà ancora da protagonista la maglia del Saint Etienne, Nel suo ultimo anno con i Verts, segnò due gol nella finale della Coppa di Francia e il presidente france De Gaulle gli disse consegnandogli il trofeo “Lei è la Francia”. No, Generale, “L’Algerie. C’est vous


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