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Israele, se l’Under 21 è multiculturale

di Roberto Brambilla

 

Una squadra multiculturale. Così il ct della Nazionale israeliana Under 21 di calcio Guy Luzon, 37 anni, ha definito la rosa che sta affrontando gli Europei di categoria in corso dal 5 giugno proprio nel paese mediorientale. Tra i 23 convocati dal Commissario tecnico, nipote del presidente della Federcalcio locale Avi Luzon, ci sono giocatori di origine russa, etiope (il difensore del Beitar Gerusalemme Dasa, l’ala Sintayehu Sallallich) ma soprattutto sei arabi israeliani. Un record per la storia del calcio nello Stato d’Israele e un segno controcorrente in un momento in cui rapporti tra arabi e israeliani non sono certo ai massimi livelli. Anche nel calcio. Con alcuni gruppi ultras, in particolare La Familia, frangia estrema del tifo del Beitar Gerusalemme che non si fa problemi a insultare i musulmani, inneggiando alla “purezza” etnica della loro squadra

Nella squadra di Luzon, gli arabi israeliani, circa il 20% della popolazione dello Stato, non sono comprimari, anzi. Dabour e Kalibat sono, insieme a Eyal Golasa ( nel 2010 a un passo dalla Lazio) e al capitano Biton, i giocatori più talentuosi a disposizione di Luzon, mentre il difensore Tawata è una delle colonne della retroguardia. Ragazzi che giocano tutti in Israele, sparsi nella varie società di Serie A. Uno, la punta Kalibat, è la stella del Bnei Sakhnin, la seconda squadra arabo-Israeliana a giocare nella massima divisione e la prima a vincere un trofeo, la Coppa d’Israele, conquistata nel 2004 e che consentito al team della Galilea di partecipare alla Coppa UEFA, prima compagine araba della storia.

Il record “multiculturale” dell’Under 21 di Luzon è destinato a scomparire presto, perchè nella squadra Under 19 ci sono in pianta stabile 9 arabi israeliani. Discorso diverso per la Nazionale A che sta affrontando la corsa verso i Mondiali 2014. Nell’amichevole con l’Honduras di inizio giugno non c’erano arabi israeliani , ma tra gli osservati “speciali” del ct Eli Guttman c’è Beram Kayal, 25 anni, mediano del Celtic e il circasso (una minoranza etnica di religione musulmana, insediata in Israele dal XIX secolo) Bibras Natkho, fantasista del Rubin Kazan. Se il tempo rispecchierà le trasformazioni demografiche d’Israele il cambiamento sarà graduale, ma continuo. Ci vorrà tempo, ma alla fine immaginare una nazionale maggiore che davvero rappresenti tutte le componenti (arabi, israeliani, drusi e circassi) non sarà difficile.


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