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Virtus Roma, dal (quasi) fallimento alla finale scudetto

di Roberto Brambilla

Un miracolo sportivo. O poco ci manca. A prescindere dal risultato della finale contro la Montepaschi Siena. La Virtus Roma si giocherà a partire da stasera il titolo italiano di basket al termine di una stagione che ha rischiato davvero di non cominciare. Gennaio 2012, Claudio Toti, patron della squadra capitolina da un decennio annuncia la sua volontà di lasciare la Virtus a fine campionato. E’ l’inizio di un calvario che termina a luglio dopo un’estate lunga. Lunghissima. Con il fallimento quasi certo e un’iscrizione al massimo campionato arrivata nell’ultimo giorno utile grazie agli impegni dell’Amministrazione, nel nuovo sponsor ACEA, agli investimenti di alcuni imprenditori e alla decisione del presidente Toti di restare “con riserva” ancora per un anno, una stagione in cui secondo il patron “si dovranno trovare nuovi assetti societari atti a garantire il futuro della Società “.come venne scritto nel comunicato che annunciava la “salvezza” della Virtus.

Intanto in poco più di un mese viene costruita la squadra per affrontare la Serie A. E la nuova dirigenza, con il general manager Nicola Alberani al timone lo fa partendo dall’azzurro Luigi Datome e dalla bandiera Alessandro Tonolli (19 stagioni nella capitale). Poi acquisti a costo contenuto, molte scommesse, a partire dalla conferma di coach Marco Calvani, vice di Lino Lardo fino all’inizio del 2012 e traghettatore per il resto della stagione passata. Il tutto costruito con il 60% di budget in meno rispetto a quello della finale 2008 e con alcune scelte “forti” come la decisione di far giocare le partite casalinghe della Virtus nel piccolo ma caldissimo PalaTiziano ( e non al Palalottomatica) e nel far alloggiare tutta la rosa (tranne i “romani” Tonolli e Datome) in un residence.

Il risultato di queste scelte coraggiose è una squadra “operaia”, dura da affrontare e che non molla mai. Che vince quarti e semifinali contro Reggio Emilia e Cantù a gara 7 (con una vittoria da pazzi in Brianza) e arriva in finale qualificandosi per la prossima Eurolega. Lo scudetto sarebbe un sogno, più di quello che nel 1983, 30 anni fa, la Virtus Roma guidata allora da Valerio Bianchini, regalò alla Capitale battendo un’altra corazzata l’Olimpia di Dino Meneghin e Mike D’Antoni e conquistando il primo (e unico) titolo della sua storia.

 


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