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Sla, la battaglia di Joost

di Roberto Brambilla

Mentre in Italia i malati di Sla protestano a Roma per chiedere più fondi per l’assistenza domiciliare, anche Joost van der Westhuizen, uno dei più grandi campioni del rugby sudafricano e mondiale sta combattendo la sua battaglia contro la sclerosi laterale amiotrofica. 42 anni, mediano di apertura, è stato uno degli eroi dell’epica vittoria del Sudafrica ai Mondiali 1995, la prima impresa del Sudafrica “rainbow” di Mandela, immortalata anche da Clint Eastwood nel suo Invictus. Ottanta presenze tra il 1993 e il 2003, l’ingresso nella Rugby Hall of Fame nel 2007 e un post-carriera da apprezzato commentatore sportivo ma con qualche macchia. Come un presunto video (il giocatore però non ha mai ammesso nulla) che lo ritraeva in atteggiamenti intimi con una ballerina sudafricana mentre consumavamo cocaina e un ricovero d’urgenza dopo un collasso avuto alla guida della sua auto a Johannesburg. E nel luglio 2011 la diagnosi. Arrivata dopo forti dolori al braccio e le analisi in una clinica specializzata di Cleveland negli Stati Uniti. E il verdetto: Sclerosi laterale amiotrofica. Con una speranza di vita, secondo i medici, tra i 2 ai 5 anni. Ma Joost, da guerriero qual è non smette di lottare. Nonostante il progredire della malattia il campione sudafricano segue la sua Nazionale (negli ultimi giorni è stato a Murrayfield in Scozia), rilascia interviste (una delle ultime, molto toccante ad Agosto 2013) in cui parla di sé e della sua malattia e si occupa della fondazione, J9, da lui creata e che prende spunto dal suo numero e dal suo numero di maglia. Con cui cerca di sensibilizzare in Sudafrica sulla Sla e prova a raccogliere fondi per la ricerca sulla sclerosi laterale amiotrofica.


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