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Faccia dipinta di nero contro il razzismo, la protesta del Collepieve

di Roberto Brambilla

Faccia dipinta di nero e un minuto senza giocare. E’ stata la protesta che gli Allievi regionali del Collepieve, società dilettantistica di Perugia, hanno messo in atto nel match di domenica contro la Pievese, dopo che sabato, durante la partita degli allievi provinciali un loro compagno di colore era stato insultato dai tifosi avversari per il colore della sua pelle. Così, dopo essere entrati in campo con la faccia “nera”, come nel 2001 avevano fatto i giocatori del Treviso a difesa del compagno nigeriano Omolade, gli undici adolescenti (14-15 anni) si sono fermati per un minuto, mentre i giocatori della Pievese palleggiavano ma senza attaccare. “Ogni domenica che giochiamo fuori casa si verificano episodi di razzismo con i nostri ragazzi di colore insultati – ha dichiarato il presidente dell’Apd Collepieve Stefano Violini all’edizione umbra del Messaggero. Sono nauseato, sto pensando addirittura di lasciare”. Una protesta che non potrebbe essere isolata secondo il dirigente.«Davanti a nuovi insulti, domenica saremo pronti a fermarci per 40 minuti» ha precisato sempre il presidente al quotidiano romano.

 E il caso di Perugia non è l’unico di questo week end. A Lugo, in provincia di Ravenna, una partita di terza categoria è stata sospesa dall’arbitro, siciliano ma residente in Romagna, a causa degli insulti discriminatori e delle minacce piovutigli addosso dalla tifoseria ospite.

 


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