Barbareschi, cultura e sviluppo economico

di Marco Percoco

Da tanto tempo, ormai, politici, giornalisti, economisti  e compagnia cantante parlano e concordano sulla rilevanza della cultura per lo sviluppo del nostro Paese.

Io sarei abbastanza d’accordo con questa proposizione purchè dietro l’espressione “politiche culturali” non si nascondano ancora fallimentari interventi per il turismo o finanziamenti dissennati per iniziative di dubbio valore.

In questi giorni è uscito l’ennesimo film di tal Barbareschi. Ho letto che è stato finanziato dallo Stato, attraverso vari canali, per ben 3 milioni di euro. E penso, allora, alla decurtazione dei fondi per la ricerca scientifica, alla mancanza di fondi per manutenere le scuole o per gestire i musei.

Se dietro lo scudo della “cultura per lo sviluppo” si nascondono finanziamenti irritanti ed inutili sperperi, scusate signore e signori, ma preferisco fare a meno della cultura. Non guardando il film di Barbareschi spero di riuscire a sopravvivere, benché solo galleggiando nel mare della mia ignoranza.

Padoa Schioppa ebbe a dire che pagare le tasse è bello. Ecco, credo che nessuno sia proprio contento di pagarle, ma certo vedendo certi utilizzi del denaro pubblico viene voglia di iscriversi ad un Tea Party qualsiasi. Se proprio dobbiamo lavorare e pagare per mantenere certi personaggi, facciamolo garantendo loro un vitalizio. Almeno risparmiamo sui costi di produzione del film e chissà che anche la nostra salute non ne guadagni.

Speriamo che il leit motiv della “cultura per lo sviluppo” non sia questo…


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