Il valore del volontariato: perchè non aggiungerlo al PIL?

di Marco Percoco

In economia si dice che i prezzi segnalano il valore e la produttività delle risorse. Anche un lavoratore dovrebbe ricevere un salario pari (o almeno legato) a quanto è bravo a svolgere le proprie mansioni.

I volontari prestano il loro lavoro senza percepire salario alcuno, probabilmente paghi del soddisfacimento dei loro bisogni pro-sociali. Forse questo implica che il valore del volontariato sia nullo? Certamente no.

E definire il valore del volontariato solo sulla base del valore di mercato della sua produzione è parimenti limitativo poichè alcuni servizi non hanno mercato per loro stessa natura. L’implicazione di tutto questo, però, è l’assenza del tempo che una persona dedica ad un’altra nel calcolo del PIL di un territorio.

Il volontariato è un’attività che un individuo decide di svolgere senza corresponsione di un salario, per sue intrinseche motivazioni sociali. Le caratteristiche rilevanti, dunque, da un punto di vista economico, sono la gratuità e la rilevanza sociale. La gratuità è un tratto comune a molte attività umame, soprattutto in ambito familiare (si pensi alla cura dei figli e degi anziani o al lavoro delle casalinghe) ed è forse la questione più problematica da affrontare ai fini della valorizzazione e, perchè no?, della contabilizzazione del volontariato nel PIL.

La rilevanza sociale del volontariato pure pone delle interessanti questioni poichè è ormai opinione comune che territori ove più diffuso è il volontariato, sono anche i luoghi in cui maggiore è la quantità di capitale sociale, ovvero quell’insieme di norme di reciprocità e di civismo che rendono un sistema economico più efficiente perchè meno esposto a comportamenti sleali (si provi, ad esempio, ad immaginare quanto tempo e denaro si risparmierebbero in un mondo in cui i contratti non sono necessari perchè ci si fida gli uni degli altri).

Dato, quindi, l’indubbio valore che si attribuisce al volontariato, perchè non studiare il modo di valorizzarlo all’interno del PIL? Diverse proposte sono state avanzate negli anni recenti per poter includere il lavoro domestico (tipicamente quello delle casalinghe) nel computo degli indicatori di sviluppo. Perchè non fare qualcosa di simile per le attività di volontariato che pure rappresentano un tema importante per il Terzo Settore?


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