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I consensi di Maroni in moschea

di Marco Percoco

I fatti di Parigi ci hanno terrorizzato ed hanno risvegliato in noi una rabbia mai sopita dopo l’11 settembre. La religione degli assassini nella sua più abbietta ideologizzazione è stata sufficiente ad alcuni per scagliarsi contro “i musumani”, che sarebbero oggi la causa di gran parte dei nostri problemi.

Certo, come sottolineato da molti osservatori ben più attenti di me, la comunità islamica internazionale ha mantenuto un profilo troppo defilato, e in questi casi un atteggiamento simile comporta un’accusa di contiguità ideologica con i criminali.

In ogni caso, dopo decenni di attacchi e di risposte militari, ancora non è chiaro come poter affrontare e risolvere culturalmente il problema. Sottolineo “culturalmente” perchè evidentemente le guerre in Afghanistan ed in Iraq non hanno risolto il problema. Ciononostane un odio cieco, fomentato dal più bieco opportunismo politico, si è scagliato contro l’aspetto religioso dei terrorismi ed ha identificato nei luoghi di culto, ancora una volta, l’origine del problema.

Mentre il Governo dell’Oman si appresta ad inaugurare a Palazzo Reale una mostra sulla  “Tolleranza religiosa”, la giunta regionale lombarda ha redatto una legge in base alla quale non è possibile costruire moschee in Lombardia; i templi ebraici, induisti, protestanti e buddisti drovranno invece essere videosorvegliati dalla polizia.

Al di là dell’ovvia questione di costituzionalità del provvedimento, c’è da chiedersi se questa legge ci farà vivere più sicuri. Ovviamente no

E siamo sicuri che sia la sicurezza ciò che la giunta Maroni ha in mente? Probabilmente no.

 

 


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