Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Spine d’Etiopia

di Marco Percoco

Qualche mese fa ho avuto la fortuna di trascorrere pochi giorni ad Addis Abeba per un progetto di cooperazione internazionale relativo alla costruzione della rete ferroviaria nel Paese. Ero emozionato alla partenza; mio nonno Giramondo andò in Etiopia durante le guerre coloniali, io ci tornavo dopo oltre 80 anni.

E’ stata una visita interessante da un punto di vista professionale, ma eccezionale da un punto di vista personale e ciò è acaduto in maniera del tutto casuale.

Una sera mi ritrovo a cena con un medico americano, amico di un collega. Rick Hodes arrivò in Etiopia 30 anni fa circa, ha partecipato alle operazioni di trasferimento dei Falascia in Israele, oggi è l’eroe delle spine dorsali dei poveri di quel Paese e di quelli limitrofi. Rick ha deciso di rimanere in Africa e di fondare una sua nonprofit per raccogliere fondi per pagare le operazioni dei suoi piccoli e grandi pazienti in Ghana, in India, negli USA.

La gioia con cui parla del suo lavoro è contagiosa, tanto quanto devastanti sono le foto delle scoliosi estreme causate dalla malattia di Pott che si prefigge di curare, unitamente a malattie cardiache e tumori. Rick ha rinunciato alla sua vita negli USA, immagino mediamente agiata, per mettere le sue competenze e le sue doti al servizio di altri.

Conosco poco l’Africa, magari sono facilmente suggestionabile, ma questa storia e queste scelte mi sono sembrate d’altri tempi e forse rare anche in assoluto. Ma se la CNN e la HBO hanno girato documentari sul lavoro di Rick e se anche l’American College of Physicians lo ha insignito di alte onoreficenze, allora, forse, non sono io ad essere facilmente impressionabile.

Mi piace chiudere questo breve post, segnalando l’iniziativa di Pietro Schena, che conobbi anni addietro mentre era assistente d’aula in un master ove insegnavo. Pietro e alcuni suoi colleghi della Booth School of Business della University of Chicago hanno rimaneggiato una canzone, Baba Yetu, scritta in swahili, lingua parlata in luoghi lontani da Addis Abeba, ma che a me, europeo e con una conoscenza superficiale di quei luoghi, molto ricorda il lavoro di Rick Hodes e di tanti volontari che operano in quel continente e in altri, non ultimi i miei intraprendenti studenti. Qui trovate il bellissimo video di Pietro e delle “Economies of scale”.

 

 


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA