Sostenibilità sociale e ambientale

Guyana Francese: l’enclave europeo in America Latina

di Filippo Romeo

Nella parte nord-est del Sud America, su un territorio di circa 83.534 km2, sorge la regione della Guyana Francese, un dipartimento d’oltremare della Francia in America Latina.

La regione, che gode di un'ottima posizione geografica, confina con Brasile e Suriname ed è bagnata dall'Oceano Atlantico. Essa, insieme alle Malvines, rappresenta un prezioso enclave europeo in un'area, quale quella latinoamericana e caraibica, che oltre ad essere stata tra le prime a liberarsi del fardello del colonialismo, è riuscita attraverso la consultazione popolare a creare nel corso del tempo delle strutture democratiche che tendono a sviluppare una visione unitaria sia sotto il profilo geopolitico, che sotto quello economico, finanziario, educativo e culturale.

La Guyana Francese, nota per essere stata una colonia penale della madrepatria, è attualmente abitata da una popolazione di 250.000 abitanti, di cui in prevalenza indios. Il Paese, per via della sua carenza infrastrutturale e di sviluppo, è tra i più poveri della regione nonostante l'abbondanza di materie prime presenti nel sottosuolo (oro, piombo, manganesio, uranio, bauxite, alluminio, diamanti, idrocarburi, ecc..) che vengono estratte e gestite dalle grandi compagnie multinazionali.

Autorevoli analisti ritengono che il privilegio geografico di cui gode sia utilizzato come base per spiare gli Stati limitrofi e, più in particolare, quei Paesi, come Venezuela e Brasile, che negli ultimi vent'anni hanno guidato e indirizzato quei processi di cambiamento geopolitico che hanno permesso alla regione latinoamericana di rendersi indipendente dai diktat statunitensi. Tale analisi è condivisibile se si considera che la Guyana Francese, come del resto le Malvinas (ambedue dichiarati territori di oltremare delle proprie rispettive metropoli coloniali), sono basi per operazioni delle forze militari che integrano la NATO. La regione, inoltre, ospita nella città di Kourou il più grande centro di lancio europeo di missili spaziali, una base operativa del prestigioso Centro Nazionale di Studi Spaziali francesi creato nel 1961 per volere di De Gaulle. La località di Kourou venne scelta, dopo la perdita dell'Algeria, per via della sua vicinanza all'equatore che consente di effettuare lanci in condizioni ideali che rendono il centro una delle migliori piattaforme di lancio al mondo. La base, infatti, sin dal 1973 funge da porto spaziale d'Europa e dal 1975 ospita anche la base operativa dell'Agenzia Spaziale Europea ESA. Tale agenzia, fondata nel 1975 con la partecipazione della Francia, ha l'incarico di coordinare i progetti spaziali dei paesi membri. L'ESA è un'organizzazione interamente indipendente che mantiene stretti legami con la UE in base all'accordo quadro ESA/CE, per mezzo del quale condivide una strategia spaziale congiunta, sviluppando una politica spaziale europea secondo una visione unitaria. L'organizzazione collabora attivamente con le altre extra-europee per le connesse attività di ricerca. Tuttavia, non tutti i paesi membri dell'Unione Europea sono membri dell'ESA e non tutti gli stati membri dell'ESA fanno parte dell'Unione Europea.

Nel marzo del 2015, dalla base di Kourou, sono stati lanciati in orbita i satelliti 7 e 8 del sistema di navigazione europeo “Galileo” che sarà formata da 30 satelliti, che genereranno la rete di navigazione satellitare europea. La messa in orbita di tale programma ha indotto la Francia a schierare in Guyana Francese un efficientissimo sistema di sicurezza composto da diverse migliaia di agenti addestrati per intervenire a sedare qualsiasi forma di ribellione posta in essere da parte degli autoctoni gruppi indipendentisti che lottano per ottenere l'autonomia dalla Francia e la sovranità del Paese, ed eventualmente supportata da quei governi che, dimostrandosi solidali alla causa anti-imperialista, potrebbero offrire loro un valido aiuto. Sempre autorevoli analisti sostengono, inoltre, che tale minaccia abbia ulteriormente sviluppato e rinsaldato la collaborazione tra Stati Uniti e Francia, facendosi quest'ultima carico di monitorare il territorio venezuelano. La prospettata ipotesi non è peregrina se si considera la tendenza autonomista e indipendentista che ha assunto l'America Latina e le conseguenze, strettamente geopolitiche, determinate da tale percorso.

In questo contesto, infatti, la relazione tra Francia e Guyana Francese suona come una nota stonata comportando l'esclusione del Paese dal resto del continente che serve alla Francia e agli Stati Uniti come base per infiltrarsi e influire sugli equilibri geopolitici del continente latino americano. A tal proposito si evidenzia, infatti, che l'autorità politica locale eletta dal popolo non ha alcun potere in materia di cooperazione interregionale dove a decidere è lo Stato francese secondo gli interessi franco-europei.

Tali situazioni costringono la popolazione a vivere in condizioni del tutto precarie, nonostante l’esistenza di importanti risorse quali le prima citate ricchezze del sottosuolo e i settori della pesca e del turismo che, non solo non vengono opportunamente sfruttati ma, addirittura, sembrano limitati al punto da costituire un vero ostacolo per lo sviluppo del Paese.

Alla luce del tracciato quadro e delle tendenze geopolitiche che si vanno sviluppando a livello globale e regionale, l'acquisizione di una propria sovranità popolare, o quanto meno di una maggiore autonomia, potrebbe di certo segnare per la Guyana Francese e per il suo popolo una nuova era contrassegnata da una rinascita armonica del territorio e da un'integrazione con il resto del sistema latinoamericano che potrebbe fungere da stimolo e da volano per la crescita e lo sviluppo del Paese.

Filippo Romeo

romeo.filippo83@gmail.com


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