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La Terza via di Renzi sia l’Economia sociale

di Alessandro Mazzullo

 

Non c’è due senza tre! Cosí dopo l’Agenda Monti e dopo quella Letta è arrivato il momento di rinnovare la speranza, puntando sull’Agenda politica del nuovo Governo che si appresta a guidare questo Paese.

Come di consueto allora proviamo ad accendere (a ri-accendere) una lampadina, quella sociale.

Le ragioni di un’Agenda sociale per il Governo Renzi sono di due ordini: una di natura economica ed una di natura politica.

Sul piano economico, il ragionamento è lo stesso che stiamo cercando di sviluppare da diverso tempo.

Nell’attuale situazione economica, la parola d’ordine è rapporto Debito/PIL:

  • dobbiamo tornare a crescere in termini di PIL
  • e/o dobbiamo puntare ad incrementare l’avanzo primario, tagliando la spesa pubblica e/o aumentando le tasse
Ma a che prezzo? E come?

Vi è un rischio, tanto più grave per un Governo a guida PD e in alleanza con la Destra:

  • che si debbano attuare Politiche fiscali lacrime e sangue che acuiscano i già gravi bisogni sociali che la crisi ha fatto emergere;
  • che si debbano effettuare tagli lineari alla Spesa pubblica che non si limitino a combattere gli sprechi ma riducano ai minimi termini il ruolo primario e fondamentale del Pubblico nella gestione di quei bisogni sociali.
Come tener insieme Crescita, Risparmio ed Equità? L’Economia Civile può essere l’anello di congiunzione tra questi elementi, soprattutto se accompagnata da una politica fiscale che abbiam chiamato “compensativa”.

Per fiscalità compensativa intendiamo una fiscalità che senza incidere negativamente sul disavanzo primario, consenta di riconoscere agevolazioni (tax expenditures) proporzionali ai vantaggi derivanti dall’azione dell’economia sociale, in termini di minor spesa pubblica e di maggior coesione sociale, stimolando al contempo una crescita in termini di PIL.

Significa riconoscere 50 ad un’impresa che abbia avuto un impatto sociale traducibile in un risparmio della spesa pubblica di 100, cui vanno aggiunte le entrate nette imputabili al reddito prodotto, ai salari erogati e ai beni strumentali acquistati[1].

L’Europa lo ha capito, da tempo!!

E questo apre la strada al secondo passaggio sull’importanza politica di un’Agenda sociale per il Governo Renzi.

Porre l’accento sul carattere strategico di questa Agenda sociale significa rilanciare un tema sul quale vi è un ampio consenso a livello comunitario, in linea con gli obiettivi del Trattato di Lisbona[2], del Single Market Act e della Social business initiative.

Significa candidarsi a guidare questo processo di revisione economica anziché subire l’iniziativa degli altri[3].

Significa una cosa molto importante per un Governo di Sinistra e di Destra come questo!

Significa ambire a disegnare una “Terza via” italiana ed europea che sia in grado di tener insieme Mercato e Solidarietà, Crescita e Sostenibilità, Investimenti pubblici e Rigore fiscale.

Sarebbe bello se la Terza via di Matteo Renzi, per riprender un’espressione cara a quel Tony Blair cui non ha mai fatto mistero di ispirarsi, trovasse in questa Agenda sociale il suo fulcro nevralgico e simbolico.

Ed è per questo che torniamo a rilanciare un punto importante di questa Agenda. La nascita di un Vice-Ministro con delega all’Economia sociale, sul modello francese, sarebbe un bel segno! In queste ore Renzi starà sicuramente pensando alla struttura di Governo. Un momento fondamentale perché capace di dar sostanza alla forma. Di consigli ne riceverà sicuramente molti. Noi proviamo a suggerirgli questo, nella speranza, comunque la si pensi, che questo Governo imprima una svolta positiva ad un Paese che da tempo ha bisogno di esser cambiato.

 


[1] Si pensi al sistema win-win delle imprese che i) reinseriscono socialmente, impiegandoli, ex detenuti, ii) abbattendo il tasso di recidiva e quindi i costi pubblici della detenzione carceraria, iii) e aumentando la sicurezza sociale. Dai salari di quei lavoratori, come dal reddito aziendale, deriveranno maggiori entrate che andranno a sommarsi, in termini di miglioramento dell’avanzo primario, al predetto risparmio sulla spesa pubblica.

[2] Che parla di un’Economia sociale di mercato altamente competitiva.

[3] Si pensi all’opportunità offerta in tal senso dal semester di presidenza italiana.


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