Media, Arte, Cultura

In attesa del Conclave

Don Antonio Mazzi sul suo blog, La Mazzata, si augura che «dallo storico camino non esca solo fumo bianco ma una seconda colomba biblica»

di Redazione

Sono contento che il Vaticano si faccia sentire e cerchi di frenare eventuali calunnie, maldicenze, retro pensieri che potrebbero condizionare i Cardinali che andranno in Conclave. Permettete che dica una cosa che mi è subito entrata in testa.

I Cardinali non credo siano pretini influenzabili o personaggi fragili e facilmente orientabili. La loro storia, la loro scelta e il peso delle loro esperienze è tale, per cui i giornali italiani e i mass media vari, non sono nemmeno zanzare notturne o diurne che li innervosiscono.

Però mi pare giusto che, davanti ad un gesto così profetico, insolito, inaspettato, la chiesa  risponda in modo adeguato e coerente. Un Papa che non lascia il trono (brutta parola, troviamone un’altra) pontificio solo perché vecchio, incapace e malato. Il momento straordinario va colto in tutta la sua ampiezza e lungimiranza.

I tempi sono cambiati profondamente e con una velocità che ha colto la chiesa in contropiede. I tempi dell’ascolto e della rilettura di quanto sta accadendo non possono più aspettare la burocrazia vaticana. Solo dimettendosi, il Papa annullava le lentezze, le distanze e smontava le mentalità rintanate dentro le mura psico-politiche del Vaticano.

Lo Spirito Santo è entrato nel Cenacolo. È andato a scovare ed “incendiare” i cuori degli apostoli, spauriti e nascosti dietro un portone chiuso a catenaccio. Questo riaccade ora, e questo mi fa capire quanto lo Spirito sia presente e capace di detonazioni interiori mondiali, improvvise.

È bello e mi fa impazzire che lo Spirito abbia sfruttato i limiti e i difetti di Papa Ratzinger. A quelli che hanno criticato la discesa dalla croce anzitempo, lo Spirito ha risposto per le rime. Straordinario!
Mi pare sia stato Pascal a dire: “Se Dio è grande nelle cose grandi, è grandissimo nelle piccole”. Ha fatto l’uomo con una manciata di terra; l’ha salvato con due pezzi di legno; lo “mantiene” con il pane e il vino eucaristico; ha fondato la chiesa, umanamente cosa più potente spiritualmente, da duemila anni, con dodici piccoli “uomini”, morti tutti martiri
.

Se sogniamo un Papa non di curia, non europeo, che esca dal Vaticano per vivere povero, che abolisca la sontuosità quasi sfacciata delle sedi cardinalizie, che indica un Conclave, non lo facciamo certamente perché ci piace contestare o destabilizzare. Dopo il gesto storico, tutto sarebbe possibile, anche chiamare un Vescovo da fuori. Siamo gregge, ma non pecoroni. La chiesa la sentiamo nostra e la vogliamo “ecclesia” ossia comunità e non qualcos’altro.

Se in risposta a Benedetto XVI vinceranno cordate, accordi, strategie di potere, allora non diteci che siamo destabilizzatori. Diciamoci, tutti, che dallo storico “camino” uscirebbe solo fumo e non una seconda colomba “biblica”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA