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Un giorno senza auto

di Don Antonio Mazzi

Leggevo sorridendo una filastrocca di Eduardo Galeano, che vi arrangio. Ridete anche voi, perché ne varrebbe la pena. Questa specie di filastrocca si intitola: Un giorno senza auto. Poiché qualche domenica capita stranamente anche in Italia che, per poche ore, venga vietato l’uso della macchina, ecco la filastrocca sarcastica. “Gli ecologisti e gli irresponsabili propongono che per un giorno le automobili spariscano dal mondo. Un giorno senz’auto? E se l’esempio si propagasse e quel giorno diventasse tutti i giorni? Dio non voglia e nemmeno il diavolo. Gli ospedali e i cimiteri perderebbero la loro clientela più numerosa. Le strade si riempirebbero di ciclisti ridicoli e di patetici pedoni. I polmoni non potrebbero più respirare il più saporito dei veleni. I malati arriverebbero al Pronto Soccorso deceduti. Le gambe che si sono dimenticate di camminare, inciamperebbero in tutte le pietruzze. Gli italiani andrebbero a prendere il cappuccino con l’elicottero ma non ci sarebbero le piattaforme idonee. L’italiano non può vivere senza cappuccino e brioche al mattino, preso al bancone del bar, dopo aver tentato invano il gratta-gratta… La fortuna! Non si sa mai. Il silenzio assorderebbe le orecchie. Le autostrade si trasformerebbero in comodi bocciodromi. Le radio, le televisioni, le riviste, i giornali perderebbero gli sponsor più generosi. I paesi petroliferi verrebbero condannati alla miseria. La Formula Uno diverrebbe la Formula Zero! Tornerebbero di moda i calessi, i carri, le bighe ma non ci sarebbero i posteggi. In un colpo saremmo regrediti nel Medio Evo. Tutti sanno che Medio Evo significa: analfabetismo, servilismo, ignoranza, fame, freddo, e chi più ne ha più ne metta. Dimenticavo i treni. Resterebbero i treni “operai”. Ma chi ci va nei vagoni con gli operai? Con il Frecciarossa ci hanno abituato bene. Ma con il Frecciarossa, viaggiano i signori. Gli operai, poveretti, nei treni rotti… Le tute blu hanno diritto ai treni rotti, in ritardo, con le toilette già… prima di entrare. Il mais, la canna da zucchero e tutte le quasi invenzioni sostitutive della benzina? Crollerebbe la ricerca! Tornerebbero nel piatto degli italiani con l’insalata, i fagioli e i minestroni vari. Sai che macello? Per carità! L’automobile è vita, gioia, soldi. Meglio morire di tumore che di sudore. Il Padreterno allora, ci aveva detto che avremmo partorito nel dolore. Poi abbiamo trovato il sistema per soffrire di meno. E adesso, non saremo mica scemi!


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