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Caro don Tarcisio,

di Don Antonio Mazzi

permetti che ti chiami così, perché mi sei piaciuto molto come salesiano e meno come Cardinale. Perché non torni, con i tuoi bei tre voti, di povertà, castità e obbedienza, a fare il prete dell’oratorio? Sei più giovane di me. Ricordi bene che una volta, ai piedi dell’altare si diceva: “Al Dio che letifica la mia giovinezza!” in barba all’età? Sai quale esempio saresti per tutti e, soprattutto, per i tuoi colleghi Cardinali? Cristo  ha bisogno di apostoli che fuggono dalle comodità, dai luoghi privilegiati, per solcare il mondo, testimoniare la misericordia, la carità, la fede vissuta. Mi pare che proprio qualche giorno fa, Papa Francesco, parlando ai “suoi preti”, abbia detto: “Nella vita della chiesa la memoria è il sangue”. Mi  pare che, dopo aver servito la chiesa come Segretario di Stato, tu possa tornare ad “annusare gli odori del gregge”, a vivere in pochi metri quadrati, a testimoniare la povertà e a trasformare tutto il bello e tutte le sofferenze che ti sono accadute attorno a te in “atti provvidenziali”. Fammi ricordare Cardinali come Tonini, come Bevilacqua, come Biffi. Come Leger che, dopo il Concilio Vaticano II, lasciò la diocesi e si dedicò ai lebbrosi in Africa. La chiesa oggi deve tornare povera e, per tornare povera, dal centro, dal cuore della chiesa. Tu hai conosciuto bene i giovani. Io sono tanto peccatore e ti scrivo perché, essendo peccatore e frequentando disperati, poveri, disorientati, delusi e bastardi, so che alcuni gesti, pochi e veri, sono capaci di riconquistarli. Tra questi, il primo, è uscire dai palazzi, smontare dai palchi, tornare sulle strade, suddividere il poco che abbiamo. “Esci dalla tua terra e va…”. Tu non hai idea quanto ci renda liberi e felici la povertà! L’infarto, gli incidenti, i tentativi di farmi fuori, il caffelatte per cena, tre metri per quattro di cameretta, mi rendono così sereno che, le notte mentre prego il mio Signore (e mi addormento sulla pietra del mulino), mi sento già in Paradiso. Perché, caro Tarcisio, lo sai bene che il primo ad andare in Paradiso non è stato un cardinale ma un ladrone. E io non mi merito di andare più in alto di te in Paradiso.


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