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Politica & Istituzioni

Accattonaggio a Milano. Granelli come De Corato

di Riccardo Bonacina

Ieri, ho strabuzzato gli occhi quando mi è arrivato il Comunicato di Marco Granelli, assessore alla Sicurezza, Coesione sociale,  Polizia locale di Milano. Eccolo: “Vogliamo quantificare e contrastare il fenomeno dell’accattonaggio dietro il quale si nascondono racket dediti a reati molto gravi. Si tratta di spesso persone con gravi difficoltà fisiche, talvolta esse stesse vittime della criminalità, che però costituiscono fonte di molestia per i cittadini e per questo vanno allontanate. L’intervento delle Forze dell’Ordine può farle uscire dalla rete della malavita”. Molestano i cittadini, perciò vanno allontanate, capito la logica stringente? Ma per tutto questo bastava un ex fascio come De Corato. È avvilente constatare come un assessore che arriva dal mondo del volontariato una volta nel Palazzo si arrenda a logiche securitarie e procedurali senza farsi promotore di una piano di intervento serio e di recupero delle centinaia di persone in difficoltà e senza coinvolgere gli attori sociali come la Caritas che giustamente hanno protestato. L’episodio però ci allarma per un altro aspetto, il fatto che ci dice come il Terzo settore in questi anni non abbia saputo e potuto creare una sua cultura propria, un propio pensiero non subalterno.

Sull’accattonaggio ho avuto modo dire la mia già qualche anno fa, un pensiero che dedico al novello De Corato milanese, leggete qui

E qui una grade poesia di Antonio Porta del 1988, dedicata a Granelli e a tutti noi.

LA MENDICANTE MI GUARDA

La mendicante mi guarda irridendo e supplicandomi con odio tende la mano e mi blandisce con un ricordo osceno, non ha sospetti ha certezze, la mendicante anziana, con il braccio destro fasciato, veste con proprietà, cammina di sbieco sul marciapiede, appoggia la guancia sulla spalla sinistra.

Così la mendicante attraversa il mio quartiere (ma non erano spariti i mendicanti?) mi accosta, non mi ferma, mi sfiora, allontanandosi mi taglia in due con un sospetto, tu fallirai come me, suggerisce.

Non ti sei accorto che la pensione è da fame? Tu come vivrai, senza soldi? Avrai il coraggio di stendere la mano? Lo saprai fare o ti rideranno in faccia, ipocrita?

Chi si cura oggi dei giardini dopo la tempesta del pomeriggio? Eppure in questi giorni osservo i rami spezzati ordinati a catasta, le foglie in altri mucchi a seccare, poi le incendieranno, fumi da cimiteri vegetali.

Tra non molto anche la mendicante verrà messa in ordine, verranno a raccoglierla sul marciapiede, la infileranno dentro un sacco di plastica nera, la solleveranno come un Cristo, con cautela le alzeranno prima una palpebra, le riavvieranno i capelli grigi e bagnati, la porteranno via nel furgone i due necrofori comunali.

Nessuno mi avvertirà, nessuno mi chiederà di seguirla nell’ultimo viaggio. Un giorno tutto ciò accadrà spontaneamente.


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