Politica & Istituzioni

La lezione del cardinale, non impoverite la società

di Riccardo Bonacina

Nella sua lectio magistralis, tenuta questa mattina al Centro Congressi Cariplo nell’ambito del convegno di Pubblicità Progresso “Più sociale nel social”, intitolata Il significato di bene comune, non ha risparmiato richiami a chi ci governa sia nella lezione stessa che a margine, nei corridoi.

Due passaggi che riguardano il Terzo settore, meritano d’essere sottolineati (l’intera lezione potete scaricarla qui P&P Il significato del bene comune – card. Scola 26.04.12).

Il primo sottolinea le energie creative e generative presenti nella società civile. “Non possiamo mortificare paternalisticamente l’agire degli attori sociali la sussidiarietà serve proprio a questo scopo. C’è un capitale di solidarietà che solo gli attori della società civile sono in grado di generare e di cui nessuno Stato democratico può fare a meno”.

Il secondo indica gli errori di chi governa. “Le vicende del Terzo settore nell’attuale frangente di crisi economico-finanziaria, rivelano chiaramente quanto a lungo si siano adottati solo degli aggiustamenti pragmatici, che non hanno intaccato ancora il nocciolo dell’ordinamento giuridico e, a dire di non pochi, la miopia che lo ha caratterizzato. Per limitarci al momento attuale dobbiamo riconoscere che una società impoverita non può fare a lungo da parafulmine ad uno Stato povero e inefficiente. Se una risposta statalista pervasiva, oltre a non suscitare alcun fascino, non risulta praticabile per ragioni finanziarie, il ritorno ad un liberalismo minimalista, nel quale lo Stato si spogliasse semplicemente dei suoi compiti perché non è in grado di perseguirli in proprio, non aprirebbe spazi per la società civile. Si allargherebbe semplicemente la forbice tra chi si trova in condizioni di bisogno e chi riesce in proprio a far fronte alla crisi”.

Infine, nei corridoi alla richiesta di un giudizio sull’antipolitica dopo la condanna di ieri di Napolitano, l’arcivescovo di Milano ha detto: “Di per sè, antipolitica è un termine negativo, ma esprime anche un disagio. Bisogna capire le ragioni di questo disagio e trovare le risposte. Non ci si può limitare a una condanna”


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