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Politica & Istituzioni

Questa è la Rai, ma ora sveglia

di Riccardo Bonacina

Ora che l’obbrobioso rito si è consumato possiamo davvero dire la nostra. Come sapete questa mattina la Commissione di Vigilanza Parlamentare sulla Rai presieduta da Sergio Zavoli, ha eletto per il Pdl-Lega Antonio Verro, Antonio Pilati, Luisa Todini, Guglielmo Rositani. Per il Pd Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi. Per l’Udc Rodolfo de Laurentiis.Sette consiglieri che vanno ad aggiungersi a Anna Maria Tarantola e con il consigliere indicato dal ministero dell’Economia, Marco Pinto.  Il presidente guadagnerà 350.000 euro lordi di indennita’ di carica piu’ 98.000 euro lordi spettante come consigliere. Quanto guadagnerà il direttore generale, il manager Luigi Gubitosi già designato dal premir Monti, sarà lo stesso Consiglio a deciderlo.

Ma non è questo ciò che primariamente ci interessa. È che, in questo giro (per il resto ugualissimo al passato tranne un quota importante di di sistema bancario che ocntinua a erodere pezzi di potere e di Stato alla velocità della luce) si è fatta una grande retorica sulla Società civile, mai così tanto nominata e mai così tanto umiliata. La si mette tra virgolette e con le iniziali maiuscole, così: «Società Civile»; ma cosa esattamente nomini nessuno pare saperlo più, né chi fa un uso retorico di tale espressione né chi al solo nominarla prova un esibito senso di fastidio. La vicenda delle candidature per il CdA Rai ne è esempio emblematico. Quando Bersani, per esempio, parla di consultazione della «Società Civile» che idea ne ha se non ha pensato di interpellare soggetti sociali imponenti della sua area, come Arci (1.150.393 persone, suddivise in 5.577 circoli o associazioni locali), Acli (981.655 iscritti più un sistema di decine di cooperative), Auser (oltre 300.000 soci a cui si aggiungono circa 50 mila volontari)? Perché un partito dalle radici popolari come il Pd si rivolge a fenomeni di schiuma e mediatici come “Giustizia e libertà” o “Se non ora quando” o a rappresentanze parasindacali?

Sul nuovo numero del magazine in edicola domani troverete un’articolo in cui provo a ragionare di questo tema con Paolo Beni, presidente di un grande soggetto sociale come Arci che, per citarne un breve passaggio dice: “I nomi sono rispettabili ma se per coinvolgimento della società civile si intende il coinvolgimento di 10 salotti il percorso è sbagliato, non guarda la società e i suoi soggetti”.

Già proprio così, dall’inizio (con Bersani) dell’obbrobrioso rito e sino alla fine con la new entry di Flavia Piccoli Nardelli (del resto mia stimatissima amica) si è parlato di «Società civile” come fosse una coperta utilizzabile a proprio piacimento e per gli stravecchi riti della spartizione. Ciò, ovviamente, è anche colpa dei soggetti della società civile, sfarinati, afasici, indolenti, fiaccati. Proveremo con un po’ di iniezioni quotidiane e mensili di VITAmina. Senza stancarci, ma mi raccomando svegliatevi.

Ad obbrobioso rito concluso, permettetemi di ringraziare tutti i matti che qualche settimana fa hanno dato vita su twitter e Facebook ad una campagna con questo hashtag #bonacinainrai. Ora posso dirlo, no avrei mai accettato il mio posto è qui a rompere le balle, ma in ogni modo il percorso era giusto, una campagna dal basso. Grazie a tutti i pazzi


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