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Politica & Istituzioni

Il direttore dei monopoli che ha a cuore solo le ragioni dell’industria dell’azzardo

di Riccardo Bonacina

Marcello Minenna, direttore generale dell’Agenzia Monopoli economista a 5 Stelle famoso più per le polemiche che ha suscitato che per le scelte fatte da che è all’Agenzia, dalla photo opportunity con Beppe Grillo ai viaggi in business class sui treni e pernottamenti in hotel con camera suite, insieme a una sua stretta collaboratrice, Patrizia Bosco. Con immancabile autista al seguito. Da Lampedusa, in pieno agosto, a Venezia, durante il Festival del Cinema è uscito con un’intervista al portale gioconews.it sulla volontà di adeguare il quadro regolatorio attraverso una riforma organica e nazionale.

Del resto, il 2022 sarà l'anno del riordino dell'offerta di gioco, aveva assicurato il sottosegretario all'Economia con delega al gioco, Federico Freni. Da parte sua Minenna ha assicurato l'ascolto dell'industria e la concertazione con essa assicurando che ci sarà “concertazione e ascolto per comprendere nel profondo i punti di vista dell’industria. Con il sottosegretario e con tutto il Mef c’è ampia sintonia in merito al conseguimento di questi obiettivi. Con il sottosegretario e con tutto il Mef c’è ampia sintonia in merito al conseguimento di questi obiettivi”,

Non sappiamo quanto il direttore abbia invece presente l’articolo 41 della Costituzione recentemente aggiornato che recita: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente”.

Non abbiamo, infatti, notizia di iniziative di ascolto e di concertazione con le associazioni dei consumatori e della società civile che tutelano la salute dei cittadini, e neppure con le rappresentanze degli Enti locali, che della salute sono gli ultimi responsabili, che in questi anni sono stati un obiettivo argine contro il tracimare dell’azzardo nei luoghi della quotidianità moltiplicando il consumo compulsivo e la dipendenza attraverso il meccanismo delle ricompense sempre maggiori.

Gli enti locali sono citati solo per sottolineare che i sistemi normativi e regolatori messi incampo in questi anni andrebbero azzerati, in cambio di un po’ di denaro della quota destinata all’erario. Dice Minella: “Uno dei problemi di maggior rilevanza per la corretta programmazione dell’offerta del gioco sul territorio nazionale è quello relativo alla normativa concorrente di Comuni e Regioni. Ad esempio si assiste a differenze regolatorie tra comuni limitrofi che rendono il gioco fisico in alcuni casi soggetto ad offerte e norme che cambiano a pochi chilometri di distanza. Questo rende molto difficile una pianificazione industriale del settore con conseguenti riflessi sulla proposta responsabile del gioco e sulla relativa raccolta erariale”.

Insomma, Minenna ha a cuore le ragioni dell'industria dell'azzardo, e a noi pare solo quella. Ma purtroppo la sua uscita è solo l'ultima di un'orchestrazione in crescendo che coinvolge media, università, editorialisti.


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