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Azzardo, così il Governo “tenta” le Regioni

L'esecutivo nella legge di Bilancio 2026 punta a introdurre un meccanismo che garantisca alle Regioni una quota percentuale del gettito derivante da slot machine e Vlt. Il timore è che in cambio le Regioni possano allentare le proprie posizioni su distanziometri e restrizioni territoriali, indebolendo così le misure anti‑azzardo

di Elena Inversetti

A fine maggio, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha richiesto ufficialmente di posticipare di un anno – fino ad almeno agosto 2026 – l’emanazione del decreto sul gioco fisico, previsto dalla delega per il riordino dei giochi pubblici, originariamente in scadenza a fine agosto 2025, per permettere di «istituire a favore delle Regioni una compartecipazione percentuale al gettito da gioco».

Lo scopo è consentire al Governo di inserire nella legge di Bilancio 2026 un meccanismo che garantisca alle Regioni una quota percentuale del gettito derivante da slot machine e Vlt. In cambio, però, si teme che le Regioni possano allentare le proprie posizioni su distanziometri e restrizioni territoriali, indebolendo così le misure anti‑azzardo.

L’emendamento della relatrice Mariangela Matera (FdI), approvato in commissione Finanze della Camera il 3 giugno, recepisce tale richiesta, dilatando i tempi della delega fino agosto 2026. Ciò consentirebbe al Governo, nella legge di Bilancio 2026, di definire nei decreti delegati la compartecipazione al gettito di slot e Vlt. Una furbata? Sembrerebbe proprio di sì.

C’è chi si sta mobilitando

Avviso Pubblico, l’associazione che dal 1996 unisce gli enti locali che concretamente si impegnano per promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile si sta mobilitando con indagini e interrogazioni parlamentari, come ci racconta Claudio Forleo, giornalista, responsabile dell’Osservatorio Parlamentare: «L’idea di una compartecipazione al gettito derivante dai consumi d’azzardo per gli enti locali era stata sostenuta, anche in sedi istituzionali come la Commissione di inchiesta sul gioco pubblico, dall’allora direttore di Adm (Agenzia Dogane e Monopoli), Marcello Minenna. La proposta è rimasta sul tavolo per qualche anno, rilanciata a fasi alterne da diversi soggetti, ma senza una sua concretizzazione. Fino ad oggi, a quanto pare».

Nel frattempo passa il decreto sul gioco d’azzardo online (approvato dal Consiglio dei Ministri il 25 marzo 2024). Fin dall’audizione parlamentare del febbraio 2024, la Conferenza delle Regioni fa sua con una certa convinzione la proposta. Infatti «quando, durante l’iter di approvazione del decreto legislativo, viene audita in Commissione Finanze, la Conferenza propone l’ipotesi di una compartecipazione al gettito del 5% al netto degli agi e delle vincite, legato a risorse da investire sui territori in termini di prevenzione. Risorse che non siano legate in modo stretto alla prevenzione della patologia da gioco d’azzardo, ma che possono essere usate in modo più ampio sul territorio rispetto alle esigenze sociali di prevenzione».

Ma, mentre aspettiamo la pubblicazione del decreto sul gioco fisico, cosa sta succedendo? «Lo scorso inverno il decreto era stato dato in dirittura d’arrivo, anche dalla stampa specializzata. Venne fatto circolare un documento del ministero dell’Economia e delle Finanze secondo cui, in estrema sintesi, gli strumenti oggi in mano alle Regioni per limitare l’abuso d’azzardo – le distanze minime dai luoghi sensibili e le ordinanze di limitazione degli orari – sarebbero stati resi inoffensivi, attraverso non un semplice ridimensionamento ma una loro sostanziale cancellazione. Poi sul decreto è calato il silenzio. Qualche mese dopo, mentre il Governo chiede una proroga sui tempi di applicazione della delega, ecco la proposta della Conferenza di allungare i tempi di ulteriori dodici mesi. Proposta subito recepita».

Forleo: «La Conferenza non solo rilancia la proposta della compartecipazione al gettito, ma identifica la prossima legge di Bilancio come il momento ideale per attuarla, specificando che il gettito sarebbe quello derivante dai cosiddetti apparecchi da intrattenimento, ovvero le slot machine e le videolottery, i giochi d’azzardo su rete fisica che hanno fatto la fortuna delle casse dello Stato e la sfortuna di decine di migliaia di giocatori sparsi in tutta Italia».

Quali e quante sono le Regioni che concordano con la compartecipazione al gettito? «Bella domanda, alla quale è difficile rispondere. Sappiamo che ci sono favorevoli e contrari, ma su una questione di tale importanza la trasparenza sarebbe non auspicabile, ma doverosa. Se passasse la combinazione tra compartecipazione al gettito da una parte e l’eliminazione del distanziometro e delle ordinanze dall’altra, al netto di probabili strascichi davanti alla Consulta, verrebbero cancellati 15 anni di impegno sul fronte del contrasto al gioco d’azzardo patologico. Se poi uniamo la dichiarata volontà di abolire anche il divieto di pubblicità legato all’azzardo, allora il colpo di spugna sarebbe completo”.

Il lucro prima della salute pubblica

È davvero così importante per il bilancio delle Regioni avere la compartecipazione al gettito? A questa domanda ci ha risposto Giovanni Endrizzi, educatore professionale specializzato nelle dipendenze patologiche, con un focus particolare sul gioco d’azzardo, è stato senatore del Movimento 5 Stelle dal 2013 al 2022, membro della 2ª Commissione permanente (Giustizia), vicepresidente della 12ª Commissione permanente (Igiene e sanità), vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, nonché membro della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali. «Dipende dagli obiettivi:  per fare cassa o per fare salute? Anche le sigarette danno un gettito elevato, ma se per finanziare la cura dei tumori promuoviamo il fumo… Qualcuno può spiegare perché le Regioni dovrebbero avere una cointeressenza nel business dell’azzardo? Si ammette forse che tali denari debbano andare a coprire almeno in parte i danni sociali e sanitari che l’azzardo determina? Sarebbe ora che questo disastro venisse ammesso. Ma allora perché il governo ha eliminato il fondo per la prevenzione e la cura che garantiva risorse certe alle Regioni?

La logica non torna e il messaggio che passa è: Vuoi soldi dallo Stato? Smetti di contrastare l’azzardo. Nel 2013 venne proposto un emendamento che tagliava i finanziamenti a Comuni e Regioni “no-slot”; si levò uno scandalo e la senatrice proponente si affrettò a ritirarlo; ma la logica qui è la stessa: si passa solo da “bastone” a “carota”, da punizione a incentivo. Giunge come ipocrisia per un governo che da un lato sventola maggiori autonomie per le Regioni e poi chiede loro col ricatto/lusinga finanziari di abdicare alle autonomie che esse già hanno sulla salute. Ma se poi sono le stesse Regioni a chiedere la loro parte, mi chiedo: A chi interessa la salute dei cittadini? A chi interessa educare i giovani all’impegno e non ad affidarsi alla sorte? A chi interessa tutelare l’infanzia, la gioventù, il risparmio? E pure l’economia, perché i miliardi dell’azzardo spesso prendono la via dei paradisi fiscali all’estero, mentre in Italia andrebbero a vantaggio dei consumi delle famiglie generando più occupazione».Si dovrebbe duqneu cambiare il punto di vita, spostando il tema dell’azzardo viene troppo dall’aspetto economico, a quello della salute pubblica: «La salute viene messa sotto il tappeto, scaricando sulle famiglie le conseguenze. È un cedimento franoso dei principi costituzionali, prodotto scientemente da molto tempo. Già sul finire del secolo scorso lo Stato cambiò rotta, affidando ai Monopoli di Stato (allora Aammms) l’introduzione delle slot machine e la promozione forzata di ogni forma di azzardo; basti ricordare che alcune convenzioni di concessione includevano gli obblighi dei concessionari di fare pubblicità per reclutare nuovi clienti da avviare al gambling. Poi esplosero i problemi sociali e sanitari, venne quindi istituito l’Osservatorio per il contrasto al gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave. E dove venne incardinato? presso il ministero delle Finanze e non al ministero della Salute. E c’è di più: negli ultimi lustri in una sequela di atti di indirizzo e testi di legge, fino all’accordo Stato-Regioni, è stato puntualmente e costantemente inserito il monstrum del “contemperamento delle esigenze del gettito erariale con la tutela della salute”, quando la nostra Costituzione (così come la giurisprudenza dell’Unione Europea) non prevede compromessi al ribasso sulla salute, considerandola un valore da tutelare prioritario e persino un elemento che concorre al benessere economico del Paese. Il concetto è ribadito in innumerevoli sentenze dei Tar, del Consiglio di Stato, della Corte Costituzionale. Lo afferma chiaramente persino una analisi giuridica operata dalla Corte dei Conti che pure alle esigenze contabili dedica molta attenzione. Intanto i minorenni ormai scommettono diffusamente sugli eventi sportivi, si permette che sulle maglie dei calciatori regalate ai bambini a Natale compaiano le denominazioni sociali dei concessionari dell’azzardo, quando sappiamo che quanto più precocemente si inizia, tanto più elevato è il rischio di sviluppare dipendenza e in forme più gravi e difficili da curare», conclude Endrizzi.

Foto: Pavel Danilyuk/Pexels


FONTI:

Commissione monocamerale sul gioco d’azzardo incardinata al Senato (Endrizzi ne faceva parte come commissario): https://www.gioconews.it/news/politica/minenna-adm-compartecipazione-a-gettito-degli-enti-locali-non-mira-ad-ampliare-offerta-gioco.aspx

La sintesi dell’audizione della Conferenza delle Regioni – durante l’iter di approvazione del decreto legislativo sul gioco online – in cui si parla di compartecipazione al gettito (febbraio 2024): https://www.avvisopubblico.it/home/home/cosa-facciamo/informare/osservatorio-parlamentare/attivita-legislativa/attivita-legislativa-nella-xix-legislatura/audizioni-in-commissione-finanze-sullo-schema-di-decreto-legislativo-sul-riordino-dei-giochi-a-distanza-15-febbraio/

Il documento (maggio 2025) in cui la Conferenza delle Regioni chiede di allungare ad agosto 2026 i tempi di emanazione del decreto legislativo sul gioco fisico per consentire al governo di inserire nella legge di Bilancio la compartecipazione al gettito: https://www.statoregioni.it/media/bcybgpef/p-4-cu-doc-regioni-29mag2025.pdf

Nella seduta dell’11 giugno della VI Commissione Finanze della Camera, nell’ambito dell’esame del testo di proroga del termine della “Delega Fiscale” ( che contiene, al suo interno, anche la delega al riordino dei giochi pubblici) ha approvato l’emendamento, presentato dalla relatrice del testo, che prevede: di estendere a trentasei mesi al posto degli attuali ventiquattro) i l termine entro cui i l Governo può esercitare la delega fiscale (i l nuovo termine, dunque, sarebbe a fine agosto 2026): https://documenti.camera.it/leg19/resoconti/commissioni/bollettini/pdf/2025/06/11/leg.19.bol0510.data20250611.com06.pdf

https://www.gioconews.it/news/politica/conferenza-unificata-sancita-l-intesa-sul-riordino-del-gioco-online.aspx
https://www.gioconews.it/news/politica/conferenza-unificata-sancita-l-intesa-sul-riordino-del-gioco-online.aspx

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