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Un giorno buono (filantropia su base hip hop)

di Luigi Maruzzi

Le canzoni di vasco,sade e whitney houston trasformano i nostri tentativi di dialogo in un brulicante vocio davanti alle modestissime imitazioni della tradizione popolare.Il dj non avrà meno di cinquanta. È pasquetta e tutti i clienti hanno un buon motivo per ritrovarsi a pranzo in questo agriturismo. Ma l’effetto che fa non è quello dell’armonia. Una ridda di voci scomposte, il sorriso è poco più di una maschera,le preoccupazioni vere albergano altrove. Per fortuna è arrivato un buon primo. La distrazione, però, dura poco perché il piatto è a base di carciofi e penso subito a quei poveracci che per campare ne devono pulire a migliaia ogni giorno, in un capannone poco distante da qui (quanti saranno gli operai di provenienza straniera che lavorano nelle campagne pugliesi?).

Ogni volta che torno in questo posto finisco sempre per assistere a racconti straordinari. Sto bevendo il mio caffè e senza volerlo resto calamitato da una voce che parla di due indiani che lavorano per un imprenditore agricolo locale.Hanno appena ricevuto un uovo di cioccolato.Sono dubbiosi sul da farsi (“che forma strana! cos’è?”). Si fanno coraggio e chiedono le ‘istruzioni per l’uso’ all’anziano fattore. Lui si mette lì e spiega, come se si trovasse davanti ai suoi nipotini: “È buono, si mangia, lo puoi aprire così (=un po’ di mimo, please). I bambini ne vanno pazzi per la sorpresa”. Ma i due non conoscono l’italiano né tantomeno il blues foggiano. Cercando di esprimersi a gesti, vogliono capire come funziona, insomma da che parte si comincia. Per oggi possono dirsi fortunati, hanno trovato proprio la persona giusta.

Sono storie troppo incredibili per essere ambientate del 2014. Soprattutto, è l’umanità di certe persone che mi meraviglia di più, la loro capacità di mostrarsi duttili alla vita, in ognisua manifestazione.  Sono passati ormai alcuni giorni, e non smetto di domandarmi se questi ricordi non siano, piuttosto, frutto della mia fantasia. E se fosse così, vuol dire che la mia visita a Siponto (FG) è frutto di immaginazione?No, quella no: l’Abbazia di San Leonardo esiste in realtà (LINKhttp://www.sanleonardodisiponto.it/), e beneficia dell’aiuto di tanti volontari e benefattori tra i quali meritano di essere ricordati i Lions Club di Manfredonia, che ne hanno migliorato la fruibilità culturale (recupero di affreschi) e fisica (realizzazione di un pozzo). Eppure, a pensarci bene, senza le mie istantanee digitali la situazione sarebbe imbarazzante.

Basta adesso, mi dico, torna a canticchiare quel motivetto, accidenti come fa? mi si sol re . . . è un giorno buono . . . a Tito che ha fatto il suo primo vinile, alla piccola Aurora che è nata ad aprile, ad un nuovo amico scoperto d’inverno, alle idee antiche che vivranno in eterno———-


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