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Quando passa l’arte, tu portala con te!

di Luigi Maruzzi

Immagino che chi ha ideato il nome del progetto avesse voluto puntare sull’immediatezza del messaggio piuttosto che su tutti gli altri concetti che questo titolo evoca. Avrà pensato: da una parte ci siamo noi, giovani artisti che cambieremo il modo di fare laboratorio; dall’altra c’è il “passante” ferroviario di Milano, gigantesca infrastruttura che attira numerosi movimenti underground metropolitani.

Senza dubbio ARTEPASSANTE è una metafora complessa, e quello che più mi manda in confusione é non sapere “chi” veramente “passa”: é la Storia, che trascina con sé le espressioni creative del suo tempo? o l’Uomo stesso, che ‘passa’ senza fermarsi a guardare, ad ascoltare, ad offrire la sua parola?  Sono convinto che entrambi (Storia e Uomo) siano l’essenza dell’arte.

Per mesi ho osservato le mostre che hanno curato questi ragazzi, sono stato attirato dalla loro capacità di rigenerare un tratto del viso, un edificio della città, una natura apparentemente irriconoscibile. Più volte mi sono chiesto quale fosse il motivo dell’energia fatta di rabbia ed emozionalità che riversano sulla tela. Insomma, quasi segretamente ho cercato con loro un terreno comune per arrivare a capirli. Ma a forza di tormentarmi con mille dubbi, mi sono detto che investire per un sogno non ha prezzo e che probabilmente non incoraggiare quei ragazzi nel tentativo di raggiungerlo potrebbe alimentare la “speranza negata” di una generazione intera (magari un giorno parlerò del libro di don Gino Rigoldi “Ricostruire la speranza” 2014).

Fortunata l’istituzione o la persona che ha sostenuto il progetto di ARTEPASSANTE con un finanziamento in denaro, e non importa se non ne divulgo i nomi in questo post. Per esperienza diretta, lo spazio allestito presso la stazione di Repubblica è particolarmente vivo e suggestivo: sarà anche per la vicinanza all’Atelier del Teatro delle Arti.

www.artepassante.it  per chi avesse altre curiosità.


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