Attivismo civico & Terzo settore

Dei programmi e della loro declinazione pratica

di Claudio Di Blasi

 

Si salvi chi può, siamo in campagna elettorale.

Tra primarie di coalizione, elezioni regionali ed elezioni politiche avremo il dubbio privilegio di essere subissati da promesse ed impegni, programmi ed immaginifiche visioni del futuro, il tutto condito dalla presentazione di emendamenti, modello “ultimo scampo di legislatura”.

 

Ho sempre considerato il servizio civile un microcosmo che riproduce pregi e difetti della società in cui viviamo, ed anche nel nostro caso in questi ultimi tempi proposte e promesse iniziano a fioccare.

 

Volete degli esempi?

Alcuni parlamentari hanno chiesto 100 milioni di euro per il servizio civile, in sede di discussione della legge di stabilità.

Poi abbiamo la proposta di un servizio civile europeo volontario di sei mesi, finanziato dai 27 paesi della UE.

A ciò si aggiunge un servizio civile europeo, sempre di sei mesi ma obbligatorio, sempre a carico del bilancio europeo.

 

Potremmo seguire la strada indicataci dal buon Virgilio: “Timeo Danaos et dona ferentes”, che tradotto in volgare suona “non fidarti di chi offre doni”.

Un atteggiamento che riscuoterebbe l’assenso non solo di Lacoonte, ma pure dei nostri nonni e genitori.

E che tuttavia ha un limite, quello del non immaginare un futuro possibile, possibilmente migliore dell’attuale presente.

 

Orsù dunque, voliamo alto, mettiamo al lavoro il nostro spirito critico.

La regola da utilizzare è semplice, possiamo definirla la “declinazione pratica del programma elettorale”.

 

Occorre cioè definire quali siano le condizioni minime perché l’enunciazione si possa realisticamente trasformare in realtà, e chiedere sommessamente che tali “condizioni minime” divengano parte integrante della promessa programmatica.

 

Primo esempio: 100 milioni in più per il servizio civile.

Viviamo in una Repubblica dove non riescono a trovare le risorse per le decine di migliaia di sfortunati rientranti nella categoria “esodati”, credete che trovino i soldini per il servizio civile?

Ma questo è pessimismo, dobbiamo essere propositivi.

Quindi a chi ci presenta  la ghiotta offerta  di un aumento dei fondi per il servizio civile avanziamo una proposta concreta di modifica. Del tipo: “Aumenteremo di 100 milioni di euro il Fondo per il Servizio Civile. Le risorse verranno trovate sciogliendo una brigata dell’Esercito Italiano, e la nostra forza politica si impegna a realizzare questi due obiettivi nei prossimi sei mesi”.

 

Secondo esempio: servizio civile europeo obbligatorio.

Viviamo in una Unione Europea restia a stanziare i fondi per le zone terremotate dell’Emilia Romagna, chi volete che sia d’accordo a stanziare centinaia di milioni di euro per un programma del genere.

Anche qui dobbiamo mettere al bando il pessimismo, pensando positivo.

Quindi a colui che ha elaborato questa interessante proposta di integrazione tra le giovani generazioni degli stati europei, lanciamo la nostra richiesta di  integrazione: “Istituiamo un servizio civile obbligatorio europeo della durata di sei mesi. L’Italia porrà il proprio veto ad ogni decisione comunitaria, fino a che l’Unione Europea non attuerà tale scelta, stanziando almeno 500 milioni di euro annui per il prossimo quinquennio”.

Insomma, andiamo a vedere cosa c’è dietro le promesse, e misuriamo concretamente il loro grado di realizzabilità.

E le proposte che non passano questo semplice esame? Usando un bel vocabolo di origine toscana, sono fuffa.


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