Attivismo civico & Terzo settore

Ordine, contrordine, disordine

di Claudio Di Blasi

In queste settimane vi è stato uno sbocciare estivo di dichiarazioni, seminari, prese di posizione sul servizio civile. Se ne sono dette, e fatte, di tutte e di più. Proviamo a riassumere il tutto.

It’s always tease tease tease

quando si tratta di soldi, per il servizio civile è sempre una presa in giro, una burla. L’ultimo giorno di luglio, autorevoli esponenti del Partito Democratico hanno annunciato urbi et orbi una “inversione di tendenza” in merito. Non è certo un’inversione ad u. Alla fine della fiera i fondi reperiti sono 1,5 milioni per il 2013 e 10 milioni per il 2014…. sostanzialmente un’elemosina. Da dove vengono? Ecco i risultati dei tanto famigerati tagli al caccia F35, direte voi. No, vengono dall’otto per mille versato allo Stato, e per fortuna che non li hanno ripescati dal cinque per mille già oggetto di spiacevoli scippi.

La cosa divertente è che quasi esattamente un mese prima, lo scorso 29 giugno, un sottosegretario alla difesa assicurava che il “Governo lavorerà per una nuova legge navale”. Trattasi di 10 miliardi di euro da spendere in navi militari nell’arco di dieci anni. Il sottosegretario risponde al nome di Roberta Pinotti, senatrice del PD.

Don’t you know wich clothes even fit me?

Questo servizio civile non si sa proprio che vestiti debba indossare, per rendersi appetibile.

Chi lo immagina come una gioiosa edizione non armata della difesa, veleggiando tra chimerici eserciti europei ed altrettanto improbabili impegni europei a favore del servizio civile…salvo poi vedere gli investimenti dello stato seguire strade ben diverse, mentre l’Europa si impantana sui rifinanziamenti di un progetto come Erasmus. Altri insistono sul ritorno occupazionale e formativo per i giovani (che di questi tempi fa trend), ma nel contempo non mollano sulla difesa, perché altrimenti perdiamo la capacità di “governo centrale” di Ufficio Nazionale per il Servizio Civile (UNSC)…. quello stesso Ufficio che è riuscito a fare i conti sbagliati sulla sua Programmazione Finanziaria, con una previsione di spesa “errata” per circa 5 milioni di euro… alla faccia della competenza.

E così si vagheggiano riforme bislacche, dove gli interventi su welfare e formazione dei giovani, etichettati servizio civile, vengono approvati da una decina di dirigenti in quel di Roma, perché trattasi di “difesa non armata”. E le Regioni? Le Regioni gentilmente possono mettere fondi, il cui uso sarà deciso dai sopraindicati dirigenti.

This indecision’s bugging me

E’ che questa indecisione è una rottura, anche perché ripropone soluzioni su cui da vari anni ci si scontra senza costrutto. L’azzeramento, desiderato e auspicato da troppi enti a carattere nazionale, di ogni ruolo decisionale delle Regioni porterà ad una loro ferma opposizione, e quindi ad un blocco di ogni iter di riforma. Perché le Regioni mi pare che badino al sodo, ovverosia a gestire risorse, tanto più importanti in questo periodo di tagli e riduzioni. Perché non sono affatto disposte a subire passivamente una riscrittura in negativo delle competenze loro affidate dalla Costituzione, anche se il tutto è impacchettato nella carta colorata della “difesa non armata”.

Prima lo si capisce, prima si esce dall’empasse… .

If I go there will be trouble and if I stay it will be double

Come se non bastasse, vi è anche la “questioncella” dell’accesso al servizio civile dei non cittadini italiani, che da problema corre il rischio di trasformarsi in doppio problema. Molte le dichiarazioni altisonanti, ma nei fatti vi è un’immobilità assoluta.

In Parlamento non un solo parlamentare, tra le centinaia che si dicono favorevoli al servizio civile aperto ai privi di cittadinanza, ha osato presentare un emendamento in proposito. Li capisco, un’apertura del genere avrebbe spalancato le porte per l’accesso ai concorsi per l’arruolamento nelle Forze Armate (sempre di difesa e di concorsi si tratta)…. è facile immaginare il putiferio che si sarebbe scatenato. Il problema è che neppure il Governo, degnamente rappresentato dalla ministra Kyenge, può modificare di suo imperio la norma in vigore…. si corre il forte rischio di quello che in termini costituzionali viene definito “eccesso di delega”, ovvero si farebbe uno sberleffo alla Costituzione, che ricordo essere la più bella del mondo.

Insomma, su tale argomento è in corso una strana versione del Flash Mob: tutti si sono precipitati in un luogo prefissato, si sono immobilizzati …. e non si schiodano da lì.

Should I cool it or should I blow?

La conclusione di tutto ciò sta nella domanda…. tutto rimarrà calmo, o scoppierà? Il servizio civile vive i tempi della nostra quotidianità, attualmente scandita da un continuo rinvio dei problemi, con l’inframmezzo della riproposizione di soluzioni che non funzionano. Se scoppierà, lo farà insieme a molto altro.

Certo è che proporre soluzioni inaccettabili da parte dei tuoi interlocutori non potrà che far realizzare, ancora una volta, quanto affermava il Duca di Wellington: “They come on in the same old way and we’ll defeat them in the same old way

Ps: i titoli dei paragrafi sono tratti dal testo di un hit del gruppo punk rock che più amo.  Godetevi il video… con traduzione italiana inclusa… e vediamo se individuate i versi 🙂  http://www.youtube.com/watch?v=qDDeq3Ziqiw


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