Attivismo civico & Terzo settore

Benvenuti in un nuovo mondo

di Claudio Di Blasi

.. ovvero come finanziare il Servizio Civile Universale cancellando un obbrobrio giuridico

 

Inutile che ci giriamo intorno, la gamba che manca al futuribile tavolo del “servizio civile universale” ha un nome: le risorse finanziarie che lo rendano attuabile.

 Potremo fare la migliore legge del mondo, studiare i più raffinati equilibri tra stato e regioni, trovare la soluzione al dilemma “difesa della patria sì o no”…. ma senza soldi non si cantano messe.

Senza soldi non si cantano messe… me lo sentii dire per la prima volta parecchi anni fa, quando ancora si discuteva di riforma della legge sull’obiezione di coscienza.

Chi mi sbatté sul muso tale spiacevole verità era una dirigente del Ministero della Difesa, per l’esattezza della Direzione Generale della Leva… bene, devo ringraziare questa simpatica signora, sebbene a posteriori, perché mi ha indirettamente suggerito la soluzione ala domanda: dove trovare risorse stabili per far funzionare un servizio civile che ingaggi ogni anno circa 100.000 giovani.

La parola magica è “messa”, ovvero la funzione religiosa principale della religione cristiana, e la premessa è che al servizio civile universale servono circa 500 milioni di euro annui per essere una cosa seria e che risponda alle aspettative di giovani e comunità.

Come tutti noi sappiamo, ogni anno, quando si presenta la dichiarazione dei redditi, possiamo fare la scelta del cosiddetto “8×1000”, destinando appunto questa percentuale delle nostre imposte ad una confessione religiosa ovvero allo Stato.

Quel che non tutti sanno è che molti contribuenti non possono scegliere, come ad esempio i pensionati privi di altri redditi. Molti altri cittadini invece semplicemente non scelgono, non mettendo la propria firma nella casella di una confessione religiosa o dello Stato.

Non si tratta di una sparuta minoranza: il servizio studi – dipartimento bilancio della Camera dei Deputati, in un elaborato del dicembre 2012 dal titolo “la ripartizione della quota dell’otto per mille IRPEF nel 2010”, ha calcolato che solo il 43,5% dei contribuenti ha effettuato una scelta ai fini della ripartizione del 2010.

Eppure anche l’8xmille di chi non può o non vuole scegliere viene suddiviso tra confessioni religiose e stato: la attuale normativa prevede infatti la “ripartizione delle scelte inespresse”, effettuata secondo un criterio proporzionale rispetto alle scelte espresse.

Banalizzando, se il 10% dei contribuenti esprime la scelta di dare il suo 8×1000 alla “chiesa del mostro degli spaghetti volanti”, ebbene essi portano nelle casse della propria chiesa anche il 10% dell’8xmille di coloro che non hanno scelto nulla.

Giova ricordare che questo criterio fu definito già nel 1984 “una mostruosità giuridica” dallo storico Piero Bellini e criticato da diverse personalità del mondo laicoe dello stesso mondo cattolico, compreso l’ex presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro.

Ma di quali importi stiamo parlando?

Sono molto consistenti: nel 2012 l’8xmille era pari a 1.148 milioni, nel 2013 1.032 milioni (la crisi morde anche le imposte… se si guadagna di meno, meno imposte incassa lo stato).

Ma i numeri diventano ancora più interessanti se diamo un’occhiata alle somme ripartite tra confessioni religiose e stato sulla base delle scelte espresse (cioè chi ha deciso di dare la sua parte a questo o quello) e sulle scelte inespresse (ovvero chi non ha potuto o voluto fare tale scelta).

Qui dobbiamo risalire ai redditi del 2002 e del 2003, dati più aggiornati non ne ho trovati.

Ebbene nel 2002 tra confessioni e stato si sono suddivisi 396 milioni di euro sulla base delle “scelte espresse”, mentre ben 566 milioni se li sono suddivisi anche se provenivano da chi non aveva effettuato alcuna scelta.

Nel 2003 vengono suddivisi 403 milioni, mentre altri 584 arrivano da chi non ha fatto alcuna scelta.

Al servizio civile universale servono 500 milioni l’anno, e qui abbiamo oltre 500 milioni assegnati allo stato o alle confessioni religiose da parte di cittadini che “non hanno scelto”.

Hurrà! Abbiamo trovato la copertura finanziaria per il servizio civile universale.

Lasciamo alle confessioni  religiose ed allo stato l’8xmille di quei cittadini che hanno deciso di finanziarli.

L’8xmille di tutti coloro che non scelgono diamolo invece, ora e per sempre, al miglior destinatario possibile: il nostro futuro, ovvero i giovani di questa traballante Repubblica.

Cancelliamo un obbrobrio giuridico, e facciamolo a fin di bene: bastano un paio di righe nella prossima legge finanziaria.

Io sono ottimista, credo che tutti noi siamo in fondo delle brave ed oneste persone: non posso quindi immaginare, neppure per un secondo, che ci possa essere un mio concittadino, credente in una qualsiasi fede religiosa, che possa essere contrario ad una tale proposta. E lo stesso vale per chi una fede non ce l’ha.

Perché se, per pura ipotesi, fossimo contrari, lo saremmo anche al futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti.

E per darvi il benvenuto in questo nuovo modo e mondo di intendere le cose e la realtà, vi regalo questo piccolo filmato… che non a caso è una citazione biblica, per quanto spuria 🙂 : http://www.youtube.com/watch?v=6ooTMcYlFDU


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