Attivismo civico & Terzo settore

Servizio civile…. it’s a long way to Tipperary

di Claudio Di Blasi

“La gatta frettolosa fece i gattini ciechi”, un proverbio che per molti versi pare fatto su misura per l’incedere veloce del Governo Renzi su varie materie, compreso il servizio civile.

Cinicamente si potrebbe ribattere che “la gatta lenta terminò i suoi giorni arrotata da un TIR”, e così saremmo punto e a capo.

Sta di fatto che il 22 agosto scorso il Governo ha presentato il disegno di legge delega “per la riforma del Terzo Settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio Civile Universale”, mentre nelle prime settimane di settembre questo testo è stato affidato alla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati per l’inizio dell’esame.

Il testo non è stato elaborato nelle segrete stanze di qualche ministero, bensì si è appoggiato ad una “consultazione pubblica”, dove il Governo Renzi ha chiesto consigli e pareri a tutte le realtà del terzo settore.

Ottima procedura, viene da dire…. che tuttavia portava con sé alcuni seri problemi di carattere non solo legislativo, ma anche costituzionale, derivanti dalla scelta di utilizzare lo strumento della “legge delega”.

Perché la “legge delega” è in sé uno strumento straordinario, in quanto “scavalca” uno dei cardini dello stato di diritto, ovverosia quello della “separazione dei poteri”: come dice il termine stesso, con lo strumento della “legge delega” abbiamo il Parlamento, detentore del potere legislativo, che affida temporaneamente tale potere al Governo, che di norma esercita il potere esecutivo.

La faccenda è talmente delicata da essere affrontata da un apposito articolo della nostra Costituzione, il 76, che recita: “>L’esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti.”. Quindi l’esercizio della funzione legislativa può essere delegato al governo, ma la delega deve essere limitata da principi e criteri relativi alla legge da emanare, deve essere contenuta entro limiti di tempo determinati,deve riguardare oggetti definiti. Se analizziamo il testo di disegno di legge delega su terzo settore e servizio civile abbiamo due problemi, e non piccoli, di costituzionalità. Partiamo da quello più “leggero”, ovverosia il fatto che deve affrontare “oggetti definiti”. Un insieme di oggetti definiti è tale perché è omogeneo, in base a caratteristiche comuni ai singoli oggetti: esempio il lupo, l’elefante e l’homo sapiens fanno parte dell’insieme definito “mammiferi”.

Come esplicitato dal titolo stesso del disegno di legge in esame, lo stesso affronta tematiche che appaiono immediatamente in contrasto con il principio dello “affrontare oggetti definiti”. Se infatti la congruenza di argomenti quali il Terzo Settore e l’impresa sociale appaiono immediati, lo stesso non può dirsi per il tema del “servizio civile universale”. Con il termine “terzo settore” si definisce infatti quel complesso di istituzioni che all’interno del sistema economico si collocano “tra lo Stato e il Mercato” ma non sono riconducibili né all’uno né all’altro; sono cioè soggetti organizzativi di natura privata ma volti alla produzione di beni e servizi a destinazione pubblica o collettiva. Il servizio civile universale viene invece definito dallo stesso Governo, nel disegno di legge delega, come finalizzato “alla difesa non armata, ai sensi degli articoli 52, primo comma, e 11 della Costituzione”: si tratta quindi di una istituzione che tutto può definirsi, tranne che avente caratteristiche organizzative di natura privata.

Le ragioni di questo primo “scivolone costituzionale” sono in parte comprensibili.

La richiesta di una riforma del servizio civile è stato avanzata, in varie forme e tempi, da importanti realtà del Terzo Settore, compresa la testata che ospita questo blog. Ed è a queste realtà che si è rivolta, principalmente se non in via esclusiva, la consultazione pubblica cui si è accennato nelle righe precedenti.

Sta di fatto che sarebbe stato opportuno, da un punto di vista costituzionale, presentare due disegni di legge delega, uno di riordino del terzo settore ed uno riguardante in via esclusiva il servizio civile.

Tale opportunità è confermata da un’altra, ben più grave, criticità costituzionale del disegno di legge delega che stiamo esaminando, ovverosia la definizione dei “principi e criteri direttivi generali”, sempre richiesti dall’articolo 76 della Costituzione.

Nel disegno di legge delega li troviamo all’articolo 2, e sono ben quindici (15).

Ebbene, in nessuno di essi si fa il minimo riferimento al “servizio civile”, universale o meno.

Qualche esegeta potrebbe segnalare che il primo dei principi e criteri elencati fa riferimento allo articolo 2 della Costituzione (dovere di solidarietà), ma è evidente che ciò è in funzione del garantire “il più ampio esercizio del diritto di associazione e il valore delle formazioni sociali liberamente costituite”, che con il servizio civile non ha molto a che fare.

Spiace doverlo dire, ma senza “principi e criteri direttivi generali” una legge delega semplicemente non è data.

Concludendo, il lodevole intento del Governo Renzi di fare velocemente una riforma di terzo settore e servizio civile, prendendo due piccioni con una fava, si scontra con le garanzie fissate dai nostri padri costituenti.

E dubito che vi sia, tra chi legge queste righe, qualcuno che ritiene “inutili” quelle parti della Carta che garantiscono il principio della separazione dei poteri.

Non so cosa faranno i componenti della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati per sbrogliare questa matassa, e cosa proporrà la relatrice del disegno di legge, l’onorevole Donata Lenzi.

A rigor di logica, sarebbe cosa sensata stralciare dal disegno di legge delega l’articolo 5, l’unico che tratti di servizio civile, invitando il Governo a presentare un apposito e specifico testo in proposito. Staremo a vedere, la sensazione è che la strada sarà complessa e lunga.

It’s a long way to Tipperary, appunto (per chi non conoscesse la canzone, eccola qua

http://www.youtube.com/watch?v=0vKfxKtGLU8 ), e speriamo di non metterci cinque anni, come i soldati che la cantavano.


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