Attivismo civico & Terzo settore

Una lanterna per il sottosegretario Bobba

di Claudio Di Blasi

Accade anche ai migliori: frequentare i corridoi ed i palazzi delle istituzioni fa perdere il contatto con la realtà.

L’ultima illustre vittima di questo maleficio è il sottosegretario Luigi Bobba, che sta seguendo per il Governo Renzi il faticoso cammino del disegno di legge delega su terzo settore e servizio civile. Infatti in un’intervista resa a “Vita non profit” , il sottosegretario se ne è uscito con questa infelice affermazione sul servizio civile: “L’idea è rafforzare l’impostazione nazionale dell’istituto. Per intenderci, non si dovranno più verificare casi, come è successo per l’ultimo bando, per cui a causa della mancanza di progetti dieci regioni sono rimaste con in borsa finanziamenti che non si sono tradotti in posti/volontario. Occorre una regia centrale che renda i meccanismi più efficienti”.

Poffarbacco, direte voi, ecco l’ennesimo caso in cui le Regioni non riescono a impiegare preziosi fondi statali. La concatenazione dei fatti e dei tempi ci racconta un’altra realtà: prenderemo ad esempio il caso della Regione Lombardia.

Nei primi mesi dello scorso anno il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale emise il documento di programmazione finanziaria per il 2014, da cui risultava chiaramente che si sarebbero potuti ingaggiare poco più di 25.000 volontari, e confermando una realtà caratterizzata da scarsità di risore. Gli enti di servizio civile dovevano depositare i loro progetti entro il 31 luglio 2014, ed in Lombardia per l’ennesima volta si punta non a subire, bensì a governare la crisi: da vari anni la Regione sollecita gli enti a ridurre le loro richieste, puntando sull’essenziale: è inutile investire risorse (perché elaborare un progetto comporta costi in termini di tempo di lavoro, e non solo) per progetti che non potranno essere finanziati: tanto è vero che il sistema di valutazione regionale dei progetti viene aggiornato, premiando gli enti che coprogettano o che riducono di almeno il 20% la loro richiesta di volontari rispetto all’anno predente (un esempio al riguardo lo si trova alle pagine 22 e 23 di questo link ) .

Dopo anni di concertazione e autoregolamentazione, il sistema è rodato e funziona: il numero di volontari richiesti dagli enti lombardi al 31 luglio 2014 è superiore di un centinaio di unità alle risorse disponibili: una situazione più che gestibile. A far “saltare” questo esempio virtuoso di programmazione è proprio il Governo di cui fa parte il sottosegretario Bobba: infatti solo nelle ultime settimane del 2014, ovverosia cinque mesi dopo il deposito dei progetti, si decide di rimpinguare le casse del servizio civile, con uno stanziamento aggiuntivo di 50 milioni di euro.

Ciò genera una situazione paradossale: nella Lombardia “virtuosa” si ha una sovrabbondanza di risorse, perché la domanda si era calibrata su numeri più esigui, mentre nelle regioni “meno attente” così come sul livello “nazionale” l’iniezione di risorse aggiuntive lascia comunque a bocca asciutta parecchie realtà. Da brave formichine, le regioni virtuose si aspettano a questo punto che gli “avanzi” vengano trasferiti sulla disponibilità finanziaria dell’anno successivo, pratica adottata per decenni proprio nel campo del servizio civile. Ma gli “avanzi” a questo punto ingolosiscono molti.

Ecco allora intervenire il nostro prode Sottosegretario Bobba che impone l’apertura di una “call” straordinaria per la presentazione dei progetti entro il 30 giugno 2015, sparando a zero sulle Regioni che non sanno utilizzare le risorse dello Stato e diplomaticamente dimenticando di aggiungere che l’origine di ciò sta in un Governo che stanzia risorse cinque mesi dopo la scadenza utile per il loro utilizzo.

Ma quali saranno gli effetti pratici di questo atto di imperio del sottosegretario? A dir poco risibili: nel 2016 circa 3.500 ragazzi inizieranno il loro di servizio civile nel mese di aprile, anziché di giugno (non vi annoio con il calcolo dei tempi burocratici necessari per la valutazione dei progetti, la selezione dei giovani ed il loro avvio).

Ciò che nei fatti pare emergere dalle dichiarazioni del sottosegretario è un approccio “futuristico”, dove l’importante non è l’obiettivo da raggiungere, bensì il fatto che lo si faccia di gran corsa: il rischio di mal utilizzare risorse pubbliche o di farle utilizzare a personaggi equivoci è altissimo.

Si tratta di mal vezzi in cui è caduto e continua a cadere l’istituzione del servizio civile nazionale. L’ultimo esempio lo abbiamo avuto poche settimane fa. Qualcuno di chi sta leggendo rammenterà lo scandalo scoppiato in Campania sull’appropriazione indebita di fondi destinati all’accoglienza di immigrati, scandalo che ha coinvolto l’associazione “Un’ala di riserva”. Quel che non tutti sanno è che tale associazione è ente di servizio civile, iscritto all’albo nazionale, e quindi sottoposto al controllo dello “stato nazionale”. Quello che non tutti sanno è che, stando alle indagini in corso, il malaffare all’interno della associazione avrebbe riguardato anche il servizio civile, con giovani che hanno dichiarato ai pubblici ministeri di aver avuto “un contratto di servizio civile che prevedeva un compenso di 400 euro al mese. Io non ho mai prestato tale servizio civile ed andavo solo a firmare all'”Ala di riserva” a Pozzuoli. Io ho firmato solo nei primi mesi poi non sono andata più a firmare”.

In questi mesi presso tale ente dovrebbero prendere servizio quasi 400 volontari… Sottosegretario Bobba, è questa “l’impostazione nazionale dell’istituto”? Se questi sono i risultati concreti della “regia centrale”, ebbene rimane solo da affidarsi alla pietà degli dei.

Perso nei meandri dei corridoi romani, il sottosegretario Bobba ha scorto, laggiù in fondo, una luce. Non era un faro…. si trattava di una sparuta lucciola, sopravvissuta allo smog della capitale per uno strano scherzo del destino. Vediamo di aiutare Luigi Bobba a capire dove sta andando a finire….. almeno una lanterna gliela possiamo donare.


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