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Il volto palese della solidarietà

Giulio Sensi nel suo blog attacca il qualunquismo giornalistico sul non profit scaturito dal libro “L’industria della carità” edito per Chiare Lettere

di Redazione

di Giulio Sensi

Ci voleva un libro pubblicato da Chiare Lettere, che attinge a piene mani al titolo di un altro libro con lo stesso taglio tradotto in Italia qualche anno fa per Bruno Mondadori (L’industria della solidarietà di Linda Polmann), per “costringere” i grandi giornali ad interessarsi ai temi del non profit. “L’industria della carità”, scritto dalla giornalista Valentina Furlanetto  del Sole 24 Ore, ha non solo monopolizzato questi temi dal punto di vista del dibattito pubblico nei primi giorni dell’anno, ma ha anche restituito una visibilità al non profit solitamente molto scarsa.

Ne ha parlato Repubblica lunedì scorso con un articolo di Vladimiro Polchi e un commento, peraltro molto interessante, di Adriano Sofri. Ne ha parlato anche il Presidente del Comitato dei Garanti di Agire Gianni Ruffini con un commento che ho trovato molto opportuno. E ne scrive stamani su Sette del Corriere della Sera Ferrucio Pinotti. Il suo articolo è costruito così: si parla poco del mondo del terzo settore, eppure conta molto in termini economici (cita la ricerca della Unicredit Foundation) e questa massa di soldi ha fatto proliferare il mondo delle Onlus in cui esistono molto diffusi, anche se non quantificati, truffe e abusi. Quindi attenzione: è un mondo che non è così sano e bello come si pensa. E il problema riguarda soprattutto le Ong che, come noto, sono una parte minoritaria in termini di dimensioni del non profit italiano…

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