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Post qualunquista

di Giulio Sensi

Parlo un po’ di politica pure io perchè se non lo fai in questi giorni non ti legge nessuno. Seguo le elezioni su facebook, almeno mi diverte vedere come si muovono i miei contatti. Devo dire che sono quasi equamente ripartiti in tutto lo schieramento in campo. C’ho i grillini, una nutrita pattuglia di ingroiani, parecchie facce pulite di Sel, una considerevole rappresentanza di pezzi grossi del Pd, renziani compresi, dei montiani molto sicuri di sé dall’anima social business. Non c’ho molto dei Berlusconiani, ce ne sono anche fra i miei contatti, ma tacciono o parlano sottovoce. Si vergognano e fanno bene. Ma lo voteranno e non sono pochi. A loro modo di vedere è anche quello un voto di protesta, anche se non si rendono conto che è contro se stessi.

Molti sostengono che questa campagna elettorale sia fra le peggiori della storia della seconda Repubblica, addirittura squallida. Non sono d’accordo. Non è né più né meno interessante di altre. Però è radicalmente top-down. E non solo perchè è fatta in televisione e sui media. La gente ascolta, applaude e annuisce. E le poche volte che fa domande i candidati ascoltano, applaudono e annuiscono. Si litiga poco e si serrano le fila: il vero pericolo è lo schieramento che provocherà più danni elettorali al mio. Si stira la verità e si usano i soli pezzi di argomentazioni utili ad infangare l’avversario tutti contro tutti, consapevoli tutti per tutti che poi bisognerà legiferare insieme.

Perchè la classe politica che salirà sugli scranni parlamentari, è l’unica assoluta certezza che ho, sarà migliore, molto migliore di quella che scende. Grillini compresi. E allora dove sta il problema? Tutti hanno una ricetta per l’Italia. Certo, vuoi che ti chieda i voti qualcuno che sostiene di non avere la soluzione ai nostri problemi?

Allora qui mi indigno e prendo un filone di riflessione e su questo rimango e rimarrò. Siamo proprio sicuri che la classe politica italiana sia peggiore del popolo? Siamo sicuri che chi invia le lettere fuffa di rimborso dell’Imu sia più pericoloso per la democrazia di chi quando le riceve va al Caf o all’Agenzia per le Entrate per riscuotere subito l’assegno? E non ditemi che sono pochi stolti, perchè non è vero.

Io non faccio politica partitica, il mio mestiere fino a quando riuscirò a farlo è comunicare e scrivere, raccontare. Vivo la maggior parte del mio tempo in una città di provincia e ne conosco difetti e pregi, miserie e nobiltà. Vivo tra la gente, non frequento le riunioni di partito. E sono sicuro che del ventre medio degli italiani, purtroppo, hanno voluto capire qualcosa solo Berlusconi e Grillo, accarezzandolo anziché scuoterlo.

Il problema siamo noi, il nostro senso di cittadinanza è diventato un conto da presentare a chi sta in alto e ha tutta la colpa. Io vivo fra la gente, ho un nonno anziano e a volte lo porto in ospedale a fare le visite. E in fila all’ospedale, nella civilissima toscana, c’erano l’altro giorno pensionati senza preoccupazioni per il futuro, se non la propria salute, che volevano imbracciare il fucile contro il personale dell’ospedale. Perchè dovevano attendere un quarto d’ora per fare una visita “esente ticket” che certificasse la loro malattia: la vecchiaia.

E quando la donna marocchina incinta è passata, giustamente, avanti per ritirare delle analisi, avrebbero desiderato avere due colpi in canna, uno anche per lei. Il problema non sono solo i politici, siamo anche noi che confondiamo a turno l’elemosina e il superfluo con i diritti irrinunciabili. Mi ero ripromesso di non andare a votare con questa scandalosa legge elettorale. Ci andrò lo stesso perchè questo Paese ha bisogno di un governo ed io pure. Cantava Giorgio Gaber, uno spesso accusato di essere qualunquista, “abbiamo fatto l’Europa, facciamo anche l’Italia”. E gli italiani, perchè la classe politica non è che una caricatura disegnata bene della nostra società.

E allora qua mi incazzo. E siccome c’ho 32 anni e una vita da costruire, sopporto sempre meno i pensionati con 5 appartamenti e una pensione dignitosa che si lamentano dell’Imu e hanno paura che i loro figli e nipoti non abbiano un tetto sotto cui stare. E non ce l’ho con gli anziani, sia chiaro.

E siccome dai problemi sociali ci si esce insieme, pretendo che chi ha certezze economiche si ponga il problema della precarietà dei figli, non solo quelli biologici. Ma per farlo ci devo parlare con questi pensionati e fargli capire la sofferenza di chi a 20-30 anni ha paura di sprecare la vita in un paese invecchiato, avaro, egoista, incapace di sognare, che non dà possibilità di crescita e di realizzazione. Non le dà a me, figurati ai miei figli.

E non me ne frega nulla della fuga dei cervelli, il problema della mia generazione non è tanto di fare il ricercatore a Pisa, a Boston o andare a Chicago per un master, ma di avere un lavoro degno in un ambiente umano piacevole, con una paga dignitosa e dei superiori che non siano delle carogne. E’ chiaro?

Non vogliamo diventare ricchi, ma arricchirci e arricchire la cittadinanza. E allora qui mi incazzo di nuovo e pretendo che un politico, quando mi dice cosa vuole fare per far risorgere un Paese ricco pieno di impoveriti e di ricchezze ferme, mi dica anche cosa pensa che possa fare io per sentirmi parte di una comunità che non è solo la mia famiglia o la stretta cerchia di amici.

Vivo in una realtà di provincia, politicamente e socialmente poco stimolante. Una realtà in cui le case continuano a costare tanto anche perché esiste una buona fetta di popolazione che può ancora permettersi di pagarle tanto. Perché ci sono mamma e papà che non hanno problemi a pagare 100.000 euro in più. E non mi incazzo con loro, beati loro, ma con una società e delle istituzioni che di fronte a 50.000 alloggi invenduti in Provincia, uno ogni otto abitanti, uno ogni otto abitanti, uno ogni otto abitanti, non riescono a creare meccanismi perché una giovane coppia che vuole mettere su una modesta casa possa farlo senza indebitarsi per la vita per un immobile già vecchio. (scusate il periodo troppo lungo).

E mi incazzerei anche per tante altre cose.

Ma siccome sono un ottimista di natura, siccome amo la mia vita, la mia famiglia, le mie colline, il mio cane (e a differenza dei politici che ci fanno le foto ho tempo per fargli avere un padrone), i miei amici tutti attivi nel sociale e nel volontariato. Siccome amo il mio lavoro e godo a scrivere questo post, siccome ho delle idee e le vorrei confrontare con tutti voi, siccome ho voglia di vivere qui e non a Boston o a Chicago. Siccome non ho nessun interesse a millantare nulla. Siccome tutto questo…ho fiducia nel futuro. Ma togliamo la truffa dalla politica e andiamo al sodo. Partendo da noi e dai pazzeschi meccanismi che creiamo con i nostri vizi sociali e con le scelte sui luoghi di lavoro che creano privilegi e smorzano l’entusiasmo dei giovani.

Allora grazie per avermi letto perchè ne avevo bisogno. E grazie a tutti quei pochi che seguono l’involontario, leggendo e apprezzando quello che scrivo. Mi fate stare bene. Allora buon voto, nonostante tutto. Votiamo, certo, e poi non deleghiamo ai prossimi bersagli mobili dei mali del Paese, i parlamentari, tutte le decisioni e tutta la colpa. Per rifugiarci ancora una volta nella comoda convinzione che tutti i problemi nascano fuori di noi. Reagite, reagiamo.

Vi auguro buon voto e vi saluto con l’unico comizio intelligente che ho seguito in queste settimane.


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