Famiglia & Minori

Cari sacerdoti tirate le campane e fate sentire #noslot

di Simone Feder

La battaglia No slot prosegue e sono sempre più le persone che aderiscono e concretamente scelgono di contribuire. In questi giorni mi ha scritto d. Rito, un sacerdote della zona di Napoli che ha deciso di svolgere la sua missione chiedendo ai suoi parrocchiani un gesto concreto, importante, rivoluzionario. Ecco uno stralcio della lettera che ha scritto ai gestori dei bar della sua parrocchia in occasione della Quaresima.

(…)Nella preghiera del mattino, mentre provavo a chiedermi cosa il Signore volesse da me in questa quaresima, mi sono imbattuto nelle parole del Profeta Isaia: “Ecco nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. Ecco voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui… non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo” (Is 58,1-12). Sarà stato per le poche ore di sonno, ma nella lettura mi sono confuso e ho letto per due  volte al posto di “giogo” la parola “gioco”. Subito mi sono venute in mente tante storie, te ne assicuro, tante. (…) E poi mi sei venuto in mente tu, anche tu meccanismo di questo ingranaggio che lega, toglie la libertà e spesso consuma. (…) per questo mi permetto di farti una proposta davvero indecente. Te la dico a brucia pelo: “Saresti disposto per questo tempo di quaresima, 40 giorni fino a Pasqua, a spegnere le tue macchinette mangia soldi?” (…)Immagino anche che tu possa pensare: “ma se io spengo le mie, andranno da un altro”. Sì, è vero; ma avrai dato un segno e non avrai per quaranta giorni il peso sulla coscienza di chi, senza che tu glielo chieda o lo costringa (lo so!), da te però getta il suo stipendio o i soldi con cui doveva pagare l’affitto. Per quaranta giorni avrai dato ai tuoi giocatori abituali un messaggio e forse anche tu per quaranta giorni avrai avuto modo di pensare, di farti delle domande nella tua coscienza, di chiederti cosa davvero c’è dietro e se davvero tu hai bisogno di queste macchinette che speculano sulla disperazione della gente. (…)Lasciami sognare che insieme potremmo lanciare un segno e avere il coraggio di andare contro corrente rispetto a questo mondo e al suo individualismo. Capisci, insieme giocatori ludopatici e esercenti… insieme qualcosa potrebbe cambiare, nel cuore di tutti. (…)

Questo forse dovrebbe essere l’ incentivo’ migliore per spingere a staccare queste maledette macchinette! E oggi mi rivolgo anche a voi sacerdoti, pastori di greggi che hanno bisogno di guide forti che traccino sentieri maestri e accompagnino anche nelle scelte più ardue e difficili. È ora di iniziare a tirare le campane, di alzare la voce, di indicare alle persone che incontrate ogni giorno qual è la strada da percorrere. Quale periodo migliore per chiedere segni forti e di rottura? Impegni concreti e sacrifici importanti che possano generare benessere collettivo, che possano spingere i baristi a riprendere in mano il loro vero lavoro e le persone che abitano il quartiere a sostenerli come nell’esempio della vera comunità cristiana, e oserei dire prima di tutto umana, all’interno della quale nessuno è lasciato solo a combattere contro le tentazioni del demonio, ma le fatiche e le sofferenze del singolo diventano patrimonio e responsabilità dell’intera collettività.

Aiutateci voi a scuotere le coscienze, a lasciare segni concreti, a passare finalmente dalle parole a gesti reali!


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