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Azzardo di stato. Cari politici mano sulla coscienza!

di Simone Feder

Circolano le prime bozze sulla tanto attesa legge nazionale di riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi pubblici… ‘giochi pubblici’?! Ma non abbiamo combattuto per anni per riprenderci il vero significato delle parole, cancellando dalla testa delle persone l’equiparazione tra gioco e azzardo? Gli stessi ragazzi nelle scuole ce lo ripetono costantemente, sono i primi a non capire quest’utilizzo scorretto delle parole.

Ebbene questo è solo il titolo dell’articolo 14 della Legge delega, è solo l’inizio di un provvedimento che allontana sempre di più chi governa dal territorio da loro governato, che annulla anni di lotte e impegno sociale di persone, associazioni, movimenti, enti, politici locali che hanno combattuto per trasmettere una cultura diversa.

Grazie alla nuova legge delega fiscale tutti i provvedimenti legislativi emessi dalle tante regioni che territorialmente si erano adoperate per porre un freno a questa epidemia dilagante saranno resi vani, annullati da una legge nazionale che si ostina a voler rendere legale e regolamentare ciò che è moralmente inaccettabile. Come se il problema fosse solo l’azzardo illegale e clandestino, come se la sofferenza causata da chi agisce nella legalità non fosse equiparabile alle perdite di denaro dell’erario dovute all’esistenza di un sistema di gioco parallelo.

Condannabile certo, punibile necessariamente… ma è questo il problema?

Spariscono i limiti di distanza dai luoghi sensibili e i limiti di tempo di accensione delle slot su cui diversi territori avevano fondato il loro contrasto all’azzardo attraverso ordinanze comunali, non è definito il numero di licenze possibili da concedere tant’è che si pensano a nuovi piccoli casinò definiti “gaming hall” nei territori, viene limitata la pubblicità solo per tre ridicole ore al giorno, non c’è limite di quantità e tipologia di azzardo che ogni esercizio potrà contenere (al di là di qualche restrizione a livello strutturale) … tutto il resto sarà per sempre concesso e sdoganato, una volta approvata questa legge non si tornerà più indietro.

Così, mentre i clinici a loro volta spostano l’attenzione sull’importanza dell’utilizzo dei farmaci per la cura e il trattamento delle persone patologiche, i nostri politici spianano la strada ad una normalizzazione dell’azzardo che, incontrastato, avrà campo libero per infilarsi sempre più nella quotidianità, protetto dalla legge.

Ebbene noi non ci stiamo, non ci stiamo alla ‘caramella’ di un fondo nazionale per la cura ottenuto dai soldi di chi si rovina azzardando, non ci stiamo ad una legge nazionale che legalizza e toglie parola e poteri ai territori che vengono degradati, non ci stiamo a veder vanificati anni di contrasto e di creazione di una nuova cultura.

Chiediamoci poi perché la gente non si sente rappresentata da questa politica, e perché si allontana sempre di più dal voto!

Cari politici che vivete nel paese della meraviglie, è ora di fare i conti con il mondo reale dove l’87% dei più giovani definisce l’azzardo come malattia e rischio. Dovete prendervi la responsabilità delle vostre azioni per il bene della gente (o il vostro?), occuparvi e ascoltare veramente i vostri e nostri territori, che vanno oltre i confini del Parlamento e che da tempo combattono qualcosa che, ubriachi dei vostri interessi, non volete affrontare o che, condizionati dalle lobby, non volete vedere.

Sappiatelo comunque cari politici… il buio che state causando rende più luminose le stelle a cui stiamo puntando.

@simonefeder


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