Mondo

Insieme per una UE delle persone

di Sergio Marelli

A chiusura delle liste per le elezioni europee del 25 maggio e con l’avvio della campagna elettorale le Organizzazioni della società civile lanciano un Manifesto per chiedere al nuovo Parlamento e alla Commissione che si insedieranno a Bruxelles di porre al centro delle politiche i destini delle persone e del pianeta.

Una richiesta veramente unitaria che ha visto riunite, per la stesura del Manifesto “A better Europe now”, le quattro principali reti europee che riuniscono le Organizzazioni di sviluppo e cooperazione, sindacali, ambientali e sociali coalizzate nella “Spring Alliance”. CONCORD, Syndicat European Trade Union, Social Platform e European Environmental Bureau, queste le loro rispettive sigle, hanno stilato un elenco di priorità che dovrebbero essere gli assi portanti e i punti di riferimento delle politiche comunitarie che le prossime istituzioni europee dovrebbero adottare e promuovere.

Con gli argomenti, le motivazioni e il vissuto derivati dalla lunga esperienza maturata tra la gente, Spring Alliance ha individuato sei obiettivi ritenuti indispensabili per riporre i diritti delle persone e della terra al top dell’agenda politica di Bruxelles: società più eque e più coese per ridurre la povertà delle famiglie e garantire a tutti adeguate protezioni sociali; riforma delle politiche economiche in particolare garantendo il pieno rispetto dei diritti umani di tutti e subordinando la logica del profitto ai diritti dei cittadini e della persona; impiego e lavoro di qualità per tutti soprattutto promuovendo attività produttive nella green economy; miglioramento della democrazia incrementando partecipazione e trasparenza nei processi decisionali comunitari; promozione della sostenibilità ambientale; raggiungimento degli impegni per lo sviluppo e la giustizia globale così come stabilito nelle Conferenze e nelle assise delle istituzioni internazionali. Da qui, la necessità di superare le mere logiche di austerity non solo per rilanciare consumi e produzioni, ma altrettanto per tornare a garantire capacità, possibilità e opportunità a tutti i cittadini di essere protagonisti di una ripresa dalla crisi che da troppo attanaglia i Paesi della UE.

Sarebbe auspicabile che anche a livello italiano si riproducesse quella stessa grande convergenza di forze sociali conseguita a Bruxelles per far pressione sui nostri candidati alle prossime “europee” affinché adottino queste priorità e influenzare efficacemente il Governo Renzi perché il semestre europeo a presidenza italiana offra un contributo decisivo e imprima una chiara direzione ai primi lavori di Parlamento e Commissione che dovranno reggere la UE nei prossimi anni.

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