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Cooperazione & Relazioni internazionali

Parere del CESE sullo Statuto dei partiti politici europei

di Luca Jahier

I tre Presidenti dei Gruppi del CESE. Da destra Henri Malosse (Gruppo Imprenditori e prossimo Presidente del CESE), George Dassis (Gruppo dei Lavoratori) e Luca Jahier (Gruppo degli Interessi diversi), nel corso della sessione plenaria del CESE del 13 e 14 febbraio scorsi, presentano il parere di cui sono correlatori, sulla Proposta di Regolamento relativa allo statuto e al finanziamento dei partiti politici e delle fondazioni politiche europee. Un tema di assoluto rilievo per la vita democratica dell’Unione, del quale si è voluta sottolineare la rilevanza assumento la responsablità diretta del parere come tre Presidenti.

Nel parere, di cui si può scaricare il breve testo integrale sul sito del CESE, i relatori sottolineano quattro aspetti di particolare rilievo.

Primo, il favore del CESE all’introduzione di uno statuto giuridico unificato per i partiti politici e le fondazioni politiche europee, una revisione del controllo del loro funzionamento e una maggiore trasparenza del loro finanziamento.

In secondo luogo, proprio per garantire il loro cruciale ruolo nella vita democratica dell’Unione, la necessità che si garantisca che partiti e fondazioni politiche europee aderiscano pienamento ai valori fondanti dell’Unione, come stabiliti dal Preamblo del Trattato e dalla Carta dei diritti fondamentali. Ciò anche attraverso la sottoscrizione di una dichiarazione pubblica, che sia poi oggetto di verifica costante da parte della Commissione affari costituzionali del PE e con un ruolo fondamentale della Corte di giustizia dell’UE.

In terzo luogo, che si debba rivedere il criterio di considerare eligibile qualunque formazione politica cha abbia almeno un eletto nel PE, in quanto passibile di forti elementi distorsivi vista la forte diversità dei sistemi elettorali dei paesi membri, proponendo alla Commissione di preferire un criterio simile a quello già adottato per l’Iniziativa dei cittadini europei e per la quale si è trovata una sicura base giuridica: 1 milione di voti in almeno 7 paesi europei. In quarto luogo, la necessità di non poter accettare due pesi e due misure rispetto allo Statuto delle associazioni e delle fondazioni europee. I quattro articoli del Trattato che fissano il quadro democratico dell’Unione, trai quali il n°10 sul PE e il n° 11 sulla democrazia partecipativa, fondano la necessità politica e dunque giuridica che i due dossier procedano di pari passo, e si rende dunque necessario, peraltro proprio nell’Anno europeo dei cittadini, che la Commissione europea e il Parlamento europeo rilancino anche il dossier di un adeguato strumento regolamentare per i soggetti traenti della società civile europea, sia in ordine al loro statuto (sia delle Associazioni che delle Fondazioni) che ai finanziamenti. Il parere è stato adottato a larghissima maggioranza.

http://www.toad.eesc.europa.eu/AgendaDocuments.aspx?pmi=ha5jDW%2BOWSGA9v5ptBX3MZHhP0GOn7E6oJJ4tL7WYIw%3D


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