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Cooperazione & Relazioni internazionali

Per una dimensione sociale dell’Unione Economica e Monetaria

di Luca Jahier

Il CESE ha approvato un parere di alto rilievo politico nella sua ultima sessione plenaria del 22 maggio u.s.. Tema: La dimensione sociale dell’Unione Economia e Monetaria”. Relatori Luca Jahier, Presidente del Gruppo III del CESE, e George Dassis, Presidente del Gruppo II del CESE. Inizialmente era anche associato il Presidente del Gruppo I del CESE, poi diventato ad aprile Presidente del CESE.

Questo parere esplorativo è stato chiesto al CESE a gennaio dal Presidente del Consiglio Europeo Herman van Rompuy, sulla base del mandato che a lui è stato conferito durante il Vertice europeo di dicembre 2012, nel quale è stato chiesto al Presidente Van Rompuy di presentare un rapporto dettagliato e una tabella di marcia su una nuova fase dell’UEM che includesse la “dimensione sociale dell’UEM, dialogo sociale compreso” (punto 12b delle conclusioni del detto Consiglio)

Il Parere del CESE è stato approvato con una maggioranza di 159 voti a favore, 50 contrari e 47 astensioni dopo un dibattito acceso e con la piena coscienza che si trattasse di raccogliere una sfida complessa di correzione di rotta delle politiche europee sinora svolte che sembrano avere scelto di privilegiare solo la dimensione dell’austerità. Tutto ciò pur nel quadro di una situazione economica che resta complessivamente difficile e di condizioni di gran parte dei bilanci pubblici europei che devono continuare a corrispondere ad un chiaro principio di responsabilità, per non mettere a rischio la tenuta complessiva dell’UEM .

Il parere sostiene con forza che sia giunto il momento di costruire il pilastro sociale dell’UEM, nell’ambito dell’Europa sociale e del suo impianto generale di valori o obiettivi, così come descritti con chiarezza e con grande equilibrio nell’art 3,3 del Trattato dell’UE: “una economia sociale di mercato, fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale…”

Il parere propone pertanto la necessità di lanciare un nuovo Programma europeo di azione sociale, con misure tangibili di reindustrializzazione, misure per eliminare la disoccupazione di massa, garantire i diritti sociali fondamentali, combattere la povertà, promuove l’imprenditorialità, gli investimenti sociali, l’istruzione superiore e le formazione, nonché una rinnovata e più equilibrata governance e la titolarità democratica e partecipativa dell’intero processo.

In particolare, tre sono gli assi delle proposte del parere:

1.           una revisione dell’attuale impianto del semestre europeo, che includa anche un più preciso esame delle conseguenze sociali e sull’occupazione delle politiche complessive condotte dai diversi stati membri, affiancando alle necessarie misure per gli obiettivi di deficit di bilancio e di riduzione del debito pubblico, altrettanto efficaci misure concernenti le politiche sociali e per l’occupazione, con adeguati indicatori e obiettivi, vincolanti come quelli inerenti gli attuali obblighi economici e finanziari dell’UEM. Realizzando così più compiutamente gli obiettivi politici concordati dai capi di Stato e di governo in ordine alla Strategia UE 2020. E con un necessario rafforzamento edei ruoli delle diverse autorità competenti in materia di politiche sociali e dell’occupazione a fianco di quelle competenti per le politiche economiche e finanziarie.

2.           Un nuovo Programma di azione sociale europeo, che accompagni il cammino verso l’Unione finanziaria, bancaria e fiscale, con obiettivi tangibili e un riadeguamento necessario delle risorse di Bilancio europeo, ripristinando almeno i saldi della proposta originaria della Commissione europea per il QFP 2014-2020, attualmente oggetto di un nuovo processo negoziale tra PE e Consiglio e probabilmente sottoposto ad una clausola di revisione dopo le elezioni europee 2014. Un programma che si basi sui molti strumenti già disponibili, ma li rafforzi e ne aumenti l’efficacia, nel quadro di una strategia complessiva volta a sostenere la crescita e l’occupazione.

3             Due nuove iniziative pilota che consentano, in una situazione di risorse scarse, di puntare per intanto sul rafforzamento delle risorse umane del nostro continente e di favorire ogni iniziativa delle diverse forze sociali ed economiche nel campo dell’azione sociale, partendo da quelle già messe in campo dalle forze dell’Economia sociale europea. Si tratta più precisamente della proposta di una Rete europea dell’istruzione per i lavoratori disoccupati, al fine di offrire possibilità di istruzione di qualità a lungo termine, sulla scorta di ottimi esempi già realizzati in Svezia, Germania e Austria. E si tratta della proposta di Obbligazioni sociali europee, volte a sollecitare la messa in campo del consistente risparmio privato esistente a favore di progetti sostenibili di investimento nell’azione sociale, in un quadro agevolato e promosso dalle autorità europee ma gestito, controllato e sotto la responsabilità finanziari dei più diversi soggetti della società civile dei diversi paesi membri. Ottimi esempi esistono da tempo nei diversi paesi membri e più recentemente in Italia sono degni di rilievo le esperienze di Banca Prossima e UBIbanca.

Queste proposte sono già sul tavolo delle discussioni preparatorie in seno alla CE e al Consiglio del Vertice UE del prossimo 27-28 giugno.

Il testo integrale del parere si può scaricare: http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.soc-opinions.26781

 


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